Elementare, semplice, gazpacho da poveri

Ricetta Gazpacho

Elementare, semplice, gazpacho da poveri … Brodosetto. Denso. Sugoso. Molto sugoso.
(Mànuel Vasquez Montalbàn)

Anna Veneruso

Ma dove sono Scipione, Caronte e tutti gli altri anticicloni dai nomi evocativi con cui i meteorologi ci hanno terrorizzato nelle scorse estati? Che fine hanno fatto il caldo torrido e tutti i consigli per la sopravvivenza di anziani e bambini? I supermercati, rifugi a costo zero dal solleone d’agosto, accusano il colpo e non sono più meta di passeggiate refrigeranti. Perfino Grom, il colosso del gelato made in Italy, modifica gli orari dei propri dipendenti: se piove si sta a casa e si lavora di più con il bel tempo. E in città la fetta di anguria gelata divorata in piedi per la strada ha perso tutto il suo appeal. In cucina si possono accendere i fornelli senza provocare il fuggi-fuggi generale quindi, per scongiurare il rischio di ridurmi alla cucina autunnale in piena estate, per il pranzo di ferragosto ho preparato un gazpacho. Che altro non è che la variante spagnola della nostra panzanella oppure la variante fredda della pappa al pomodoro: insomma è un piatto molto mediterraneo a base di ortaggi estivi, di quelli che fanno pensare al calore del sole. Come per tutti i piatti di antica tradizione, nati dal legame stretto tra fame e sopravvivenza, vale la regola per cui ognuno ha la propria variante. In più di una occasione questa zuppa povera appare nelle descrizioni culinarie dell’ispettore Pepe Carvalho, creatura letteraria di Mànuel Vasquez Montalbàn, e non manca neppure in una scena di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, il film di Pedro Almodòvar.

In Spagna esistono versioni regionali diverse, ma alla base non possono mancare pomodori e peperoni, star indiscusse dell’orto estivo. Io ho preso della mollica di pane raffermo e l’ho fatta ammorbidire in acqua e poco aceto. Poi ho pelato un chilo di pomodori rossi e li ho frullati insieme ad un cetriolo sbucciato, due peperoni rossi (passati sotto il grill per eliminare la buccia), uno spicchio di aglio, una cipolla rossa, olio evo e sale. Secondo la mia personale interpretazione (ma nemmeno troppo, visto che l’operazione in passato si faceva a mano con un mortaio) il composto deve rimanere granuloso, quindi va frullato poco. Alla fine si aggiunge la mollica ben strizzata che serve a dare consistenza, secondo i gusti. Ancora un giro di frullatore aggiungendo a piacere una macinata di pepe (anche poco peperoncino piccante può essere gradevole). Io l’ho servito con un uovo sodo sbriciolato in superficie; in alternativa si accompagna con una dadolata di verdure crude o crostini di pane. Imprescindibile un cubetto di ghiaccio per il piatto più fresco dell’estate che non c’è.

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