Intelligenza o intelligence?

Parigi 13112015

L’icona degli attentati del 13 novembre 2015. L’autore dell’illustrazione è Jean Jullien.

 

Paolo Samarelli

Quattro giorni dagli eventi di Parigi. Analisi, sintesi, bilanci, twett, facebook, social. È stato tutto già fatto e detto comprese foto (vere e false), reazioni, infografiche, ricostruzioni, decisioni, indecisioni e anche un bombardamento.

Eppure siamo a domandarci tutti il perché. Il vero perché, tranquilli, non ci sembra che lo capisca ancora nessuno. Pare impossibile, ma non lo è, pensare a qualcuno nell’immenso territorio tra Siria e Iraq che pianifica l’attacco così com’è impossibile pensare a qualcuno che discuteva con i complici di come fare fuori Falcone e Borsellino, Aldo Moro, e indietro nel tempo, cito a casaccio, la strage di Bologna e così via dagli stermini nazisti fino all’assassinio di Giulio Cesare. La mente umana, l’uomo, evidentemente crea anche questo. E penso alle paure dei bambini che a volte si materializzano in mostri o figure strane. “Gli occhi della tigre che mi guardano dalla finestrella dell’ascensore” sentii dire una volta da un ragazzino che aveva paura di fare le scale da solo.

Faceva impressione sabato sera vedere in tv il filosofo Massimo Cacciari d’accordo con un generale, Vincenzo Camporini, sulla necessità di mettere i soldati, la fanteria, sul campo. Gli stivali sulla sabbia. Si parla di guerra di religione, di differenze, di dover o non dover cambiare il nostro modo di essere. Tutto intervallato dalla pubblicità e non solo in tv.
Forse anche questo è qualcosa su cui riflettere: l’attuale capitalismo dell’Occidente, l’unica forma certificata di convivenza democratica, dove neanche troppo lentamente la politica è stata sostituita dall’economia. Grandi temi eppure sempre in tv si è visto concordare Gino Strada (Emergency) con Nunzio Galantino (segr. Generale della Conferenza Episcopale italiana) sul fatto che alle origini di quel che accade ora c’è la guerra del 2003 (seconda guerra del Golfo) contro l’Iraq di Saddam Hussein.

George W. Bush e Tony Blair (“I am sorry”, ottobre 2015) usarono prove artefatte (false) dai loro apparati di sicurezza per avere il pretesto (armi di distruzione di massa irachene) per l’attacco che avrebbe fatto giustizia della strage alle Twin Towers del settembre 2001. Risultato a catena secondo Strada e Galantino (e non solo loro): guerra, esecuzione di Saddam (orrore), Bin Laden fatto fuori in un blitz in Pakistan. Infine (gravissimo) situazione non governata dai portatori di democrazia e pace in medio oriente.

Generali iracheni di Saddam Hussein allo sbando avrebbero poi costruito il tessuto militare di quello che ora è diventato l’Is, l’Isis, l’Isil o il Califfato, come si preferisce chiamarlo. Prigionieri nelle carceri degli alleati occidentali hanno quindi imbastito di religione un desiderio di riscatto, fatto proseliti (anche in occidente) nell’indigenza di quelle regioni (e delle nostre europee) e trascinato indietro il mondo (anche quello loro) di diversi secoli.

Sull’intervento in Libia potremmo dire più o meno le stesse cose e sulla situazione siriana che ha aggravato il tutto non c’è ancora unità di intenti, vedute e decisioni. Guerra non scaccia guerra ci sembra un buon concetto.

Nella foto qui sotto un disegno di Paolo Samarelli per Repubblica Sera realizzato dopo l’attentato alla redazione del Charlie Hebdo

Charlie Hebdo

Le parole contano

L’Is. Ora si è sentito chiamarlo (Hollande, Kerry) Daesh che ci sembra più corretto perché toglie dall’acronimo la parola islamico che offende tutti i musulmani che non c’entrano nulla con il terrorismo. È un buon risultato nella confusione attuale.

La spiegazione più corretta per noi la trovate qui.

Giù bombe e Cop21

Ora che i francesi hanno bombardato Raqqa, “la capitale” del Daesh, tutti ci chiediamo, non avendo risposte, che fare? Hollande ha già dato la sua ma forse non poteva diversamente (oppure sì?). Di vittime civili a oggi non si sa nulla.
Siamo alla vigilia del Cop 21  la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici e le energie sostenibili in programma (per ora si fa) a Parigi anche allo Stade de France (guarda un po’). Del Cop 21 ce ne parlerà tra un paio di giorni qui su Sentiero Digitale il nostro collaboratore Alessandro Troisi. Intanto qui trovate un breve video esplicativo.

Non dimentichiamo poi, e sempre di stadi si tratta, che nel 2016 ci saranno gli Europei di calcio in Francia. C’è tempo per organizzarsi, certamente anche per i terroristi. Che minacciano Roma (Giubileo da novembre), Londra e Washington.

Non esistono più le mezze stagioni

Neanche le mezze ragioni. I problemi climatici porteranno a 100 milioni di eco-profughi nel 2020 secondo la Presidente della Camera Boldrini, sempre attenta e fa bene. Sempre Boldrini ricorda che la Groenlandia si sta sciogliendo e l’aumento di emissioni di gas serra, dalla firma dell’accordo di Kyoto (1997), è del +60%. Evidentemente il problema profughi in rotta, l’aumento della temperatura sul pianeta (2,7 gradi invece di 2) e il Daesh, oltre alla forbice tra ricchi e poveri (Paesi e persone) disegnano uno scenario incontrollabile. Monsignor Galantino (come dicevo visto in tv) ricorda che Papa Francesco definisce quanto accade nel Mondo: ”Una frammentata terza guerra mondiale”. Dopo aver anche ricordato che Giovanni Paolo II si dichiarò energicamente contro l’intervento in Iraq del 2003. Gino Strada annuiva energicamente ed Enrico Letta, ora prof a Parigi, sia nell’una che nell’altra trasmissione citate, si poneva come voce autorevole come attuale parigino e come protagonista di passati summit internazionali. Interventi che ci sono sembrati dignitosissimi.

Lasciamo stare

Nulla da questo sito sulle reazioni della destra o centro destra nostrani. Solo il titolo di Maurizio Belpietro su Libero “Bastardi islamici” (querelato).

Dio, quello che volete, lo perdoni e glielo mostri (il titolo) al momento opportuno in qualcuno dei numerosi talk show che lo ospitano.

Questo il clima

Nei luoghi d’incontro, bar, ristoranti, campi di calcetto, mercati, radio, social le persone sembrano più ragionevoli di quanto si potrebbe immaginare. Nessuno cambia o cambierà abitudini e come potrebbe non si sa. Tante parole vuote, parecchie anche giustizialiste e radicali. Polemiche buonisti-non buonisti. Pietà per tutti e nei media servirebbe assumere qualche storico e negli intelligence qualcuno intelligente. Che poi si può anche stare fermi e pensare un poco alla situazione. Sapere tutto di come è andata non ci mette la coscienza in pace e ci fa capire solo la dinamica. Serve di più.

Per finire vi consigliamo di guardare il video qui sotto sul tema Daesh realizzato da Paolo Samarelli nel 2015 e pubblicato su Repubblica Sera, quotidiano on line su tablet.

Guarda il filmato Isis di Paolo Samarelli

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