Leonardo Samarelli
Quest’anno, in Premier League, si torna a parlare italiano, dopo le ultime esperienze di Sir Gianfranco Zola, (West Ham 2008-2010) e Paolo Di Canio, (Sunderland 2013).
Il soggetto in questione è Claudio Ranieri, che sta facendo un vero e proprio miracolo con il Leicester City, primo in classifica dopo 13 giornate.
Chi lo avrebbe mai detto, che l’allenatore romano, dopo la pessima parentesi con la nazionale greca nel 2014, tornasse alla ribalta con una squadra di ‘’provincia’’.
Il Leicester, infatti, con i suoi 121 anni di storia (anno di fondazione 1884), ha vinto solamente tre coppe di lega e una Charity Shield.
Tornato in Premier League l’anno scorso, dopo un’assenza di dieci anni, si salva all’ultima giornata di campionato dopo un girone di ritorno fantastico.
Qui, entra in scena Ranieri, ingaggiato quest’estate dalla dirigenza, che investe 38 milioni di euro,( tra gli acquisti due volti noti al calcio italiano: Inler e Benalouane), per rafforzare la squadra.
Ranieri non vuole fare voli pindarici: 4-4-2, pressing alto e ripartenze; un calcio semplice ma efficace. Che dire, i risultati sono dalla sua: 28 punti, primato in classifica e miglior attacco del campionato. Dopo esser stato definito, ‘’vecchio’’ e ‘’antiquato’’ da Jose Mourinho, quando sedevano rispettivamente sulle panchine di Roma e Inter, deve essere una bella soddisfazione per l’allenatore italiano, che stacca il Chelsea di ben 14 punti in classifica.
Il Leicester, in questo momento, è una macchina perfetta; tifosi e squadra sono in completa sintonia, ma non bisogna sottovalutare un altro fattore: Jamie Vardy.
Il numero 9 dei Foxies, ha fatto 13 gol in 13 partite giocate, va a segno da 10 giornate consecutive, eguagliando così il record di un certo Ruud Van Nistelrooy ai tempi dello United.
La storia di Vardy è incredibile. Classe 1987, fino a quattro anni fa, di giorno faceva l’operario, per poi la sera, andare a giocare con una squadra che militava in quinta divisione inglese.
L’anno scorso, il suo esordio nella massima serie, ambientamento difficile e solo 5 gol messi a segno.
È proprio lui, l’attuale capocannoniere della Premier, l’altro piccolo miracolo di Ranieri, che da ala l‘ha trasformato in prima punta, insegnandoli i giusti movimenti.
Forse, è questa la dimensione ideale dell’allenatore romano, che con le grandi non ha mai ottenuti grandi risultati, ma in provincia si trasforma, dà un’identità ben precisa di gioco alle sue squadre, come fece proprio con il Parma.
Subentrato a Pioli nel febbraio 2007, il Parma era penultimo in classifica con 15 punti, serviva un impresa e Ranieri l’ha compiuta. Conquista 27 punti in 15 partite. Anche qui, plasma una giovane punta, Giuseppe Rossi, e salva la società crociata.
Tornando al presente, quasi sicuramente il Leicester non vincerà il campionato, magari non andrà in Champions League, ma potrebbe raggiungere un posto in Europa, che per una società del genere, è come vincere uno scudetto.
Sognare è lecito, nel calcio soprattutto. Sabato, la squadra di Ranieri affronterà all’Old Trafford il Manchester United, proprio per continuare a sognare, e perché no, vincere.