di Anna Veneruso
Alla fine è arrivato il momento del panettone! Io pensavo fosse solo un fatto di tempo e pazienza, invece è una ricetta di sensazioni, non basta seguire dosaggi e consigli (durante la scorsa settimana avevo studiato la teoria alla perfezione), bisogna capire lo sviluppo passo passo, valutare se la consistenza è giusta, se la tenuta della pasta è ottimale, se è arrivato il momento di aggiungere un nuovo ingrediente. Alla fine ho deciso di scrivere un ABC del panettone, utile per qualsiasi ricetta. Buone feste!
A come attesa
Si preparano due impasti, entrambi con uova, zucchero, farina e burro. Nel primo va il lievito madre con la speranza che sia forte abbastanza da triplicare la massa. Tra un impasto e l’altro ci sono ore di attesa vissute con il dubbio che qualcosa non funzioni.
B come burro
Va nel primo e nel secondo impasto, aggiunto sempre alla fine a temperatura ambiente. Serve anche ad ungere le mani per maneggiare meglio la pasta.
C come canditi
Si aggiungono alla fine, insieme all’uvetta, quando ormai sei in dirittura d’arrivo.
D come dedizione
Tanta. Alla cucina, alla prova, alla sfida.
E come errore
È sempre in agguato, specie se la temperatura della massa aumenta troppo.
F come farina
Fondamentale usare il tipo per panettoni, ovvero una farina di forza e di buona qualità.
G come giornata
In realtà le giornate di lavoro sono due. Nella prima si rafforza il lievito ad intervalli di tre ore fino all’impasto serale. Il giorno successivo, secondo impasto e cottura.
H come (know) how
Fortunatamente per il panettone non esiste. Affidarsi ai cinque sensi. Chi ne possiede un sesto è fortunato.
I come incordare
È il momento clou dell’impasto: quando la massa si raccoglie attorno al gancio dell’impastatrice lasciando le pareti pulite. Vuol dire che tutti gli ingredienti sono ben amalgamati.
L come lievito madre
Il mio si chiama Priscilla. L’ho rinfrescato ogni sera per una settimana e tre volte il giorno del primo impasto. Ha ripagato le mie cure lievitando alla perfezione.
M come miele
Ho usato miele di acacia. Mescolato con l’interno di una bacca di vaniglia conferisce dolcezza e profumo al secondo impasto.
N come notte
È quella che trascorre tra il primo e il secondo impasto. La mattina non vedevo l’ora di guardare nella ciotola (coperta con pellicola e un canovaccio) per sapere se il volume della massa era triplicato.
O come ore
Quelle trascorse ad aspettare l’azione di Priscilla.
P come puntatura e pirlatura
Due momenti fondamentali. La puntatura è il riposo della pasta all’aria prima della pirlatura ovvero della manipolazione finale per la messa in forza.
Q come quantità
Alla fine non ho seguito i dosaggi delle ricette che avevo letto. Ho cercato di “sentire” l’impasto alternando il lavoro dell’impastatrice con quello delle mie mani.
R come rinfreschi
Sono il nutrimento del lievito madre. Il giorno del primo impasto uno ogni tre ore iniziando al mattino.
S come sfornare
Azione delicatissima per il timore di rovinare tutto. Il panettone deve raffreddare capovolto per dieci ore in modo da aerare la mollica.
T come temperatura
È fondamentale che l’impasto non superi i 26 gradi. Ho usato un termometro a sonda e ho freddato in freezer la massa in lavorazione quando arrivava vicino al limite.
U come uova
Vanno sia nel primo che nel secondo impasto. Si aggiungono fredde di frigo e poco alla volta.
V come volume
Quello dell’impasto. Deve crescere, crescere, crescere…
Z come zeste
Le scorze di arancia e limone che ho grattugiato nel composto per dare profumo.