Un campo di finocchi.

Paolo Samarelli

Se un uomo con la tuta incontra un uomo col cappotto quello con la tuta è un uomo morto

Sul caso Sarri-Mancini è stato detto tutto e giovedì è arrivata la “sanzione” per il tecnico del Napoli. Due giornate da scontare in Coppa Italia: poco per alcuni, giusto per altri, al netto del giustizialismo che si esprime sempre da noi al meglio. Su qualche sito sono partiti i sondaggi e come spesso avviene quando il cittadino è invitato ad esprimersi l’esito è di condanna e molto dura preferibilmente. Del resto i pur deplorevoli truffatori del cartellino del comune di Sanremo sono stati esposti alla colonna infame. Sull’onda dello sdegno popolare si è arrivati a proporre la cosiddetta legge “licenziati in 48 ore”. Tanto per fare un esempio extracalcistico. Frase di sicuro effetto che sembra non prevedere sfumature per un popolo, a quanto pare, di giustizialisti.

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/01/18/ASB5gHEB-fannulloni_licenziare_camusso.shtml

Ora tornando al finale rissoso di Napoli-Inter si era sullo 0-2 per gli interisti, Il Napoli aveva giocato bene ma l’Inter aveva capitalizzato in contropiede, all’italiana. Atmosfera tesa, partita da dentro o fuori, il toscano Sarri dà del frocio-finocchio a Mancini che protestava con l’arbitro per i cinque minuti di recupero.

Sembra che mai nessuno sia stato su un campo di calcio. Basta aver giocato un qualsiasi torneo amatoriale ma persino qualche partitella tra amici per sapere che in certe situazioni l’eloquio è pessimo anche da parte di insospettabili (e accade anche in altre discipline). A volte si passa pure a vie di fatto e lo sport si dice è come la vita: le pulsioni represse esplodono sotto stress fisico e nel binomio vinci-perdi.

Una ventata di aria nuova, anzi no

Fino a due giorni fa Maurizio Sarri era visto con simpatia. L’uomo in tuta, arrivato tardi, tenace, tattico, l’uomo in tuta contro gli uomini in completo e cappotto e su molti media veniva accostato-paragonato (benignamente) al Mancini british style, elegantissimo. Questa differenza è sembrata oro per alimentare una polemica nazionale e internazionale, una manna quando lo scontro è avvenuto davvero. Ora Sarri come si sa è toscano e, detto con simpatia, quel dialetto nel linguaggio popolare comprende fantasiose e pungenti offese.

Omofobia e calcio, problemi non risolti

Omofobia e calcio,
problemi non risolti

Le frasi sono spesso intercalate con parolacce e peggio che, come negli altri dialetti, sono ormai svuotate del loro significato. Il Sarri in tuta, accreditato come fenomeno emergente tre giorni fa adesso non può essere diventato un omofobo praticante. Nel lessico le parole frocio, finocchio, ricchione e via dicendo comprendono un’offesa pesante, razzista e discriminatoria che va sicuramente condannata. Ma c’è da chiedersi se in questi tempi di contrasti sulla legge (da anni in elaborazione) sulle unioni civili e sulla relativa polemica sulla possibilità di adozione per le coppie omosessuali questa crociata contro Sarri sia almeno un poco strumentale sia dai favorevoli sia dai contrari alla legge.

Il cinema e la cultura

In questi giorni ci ha lasciato Ettore Scola, un gigante della cultura che aveva raccontato in un grandioso film la tragedia della discriminazione contro gli omosessuali: “Una giornata particolare” (1977).

Anche il Maestro Dino Risi aveva sfiorato con incisiva leggerezza il problema nel “Sorpasso” (1962) nella famosa scena di Occhiofino-Finocchio.

Con Vittorio Gassman che svela il perché del soprannome del vecchio fattore di campagna all’ingenuo Jean-Louis Trintignant che lo aveva portato in visita nella sua casa di famiglia in Toscana.

Problemi non risolti

Non mancano esempi in letteratura e nell’arte che trattano del razzismo sessuale. Nella storia e ancora oggi esistono Paesi e culture che per legge condannano, perseguono, uccidono gli omosessuali. Non è un problema del tutto superato, anzi, e i “Family day” in risposta al tentativo di normalizzare le famiglie gay spiega molto. Anche Mancini, che ha denunciato le parole di Sarri non ha fatto una bella fine sui media. Proprio ora che è passato alla Camera il decreto che tutela chi denuncia i colleghi che commettono illeciti.

Sicuramente è un caso ma l’atmosfera che ci circonda sembra questa tra (come minimo) pregiudizi sessuali e diffidenza per gli spioni. Roba medioevale?

Mancini allora, un dandy che avrebbe strategicamente accusato il collega per destabilizzare un avversario, si trasforma da offeso a “infame”. Ce n’è per tutti. Anche i celebri colpi di tacco del Mancio calciatore sono stati ricordati come “giocate da signorina”.

In corteo con l’Arcigay

Forse l’allenatore partenopeo farebbe davvero bene a partecipare al corteo a favore delle unioni civili come ha proposto Antonello Sannino responsabile per lo sport di Arcigay e magari sarebbe bello vederlo assieme a Roberto Mancini il 23 gennaio a Napoli al corteo “È ora di essere civili-#svegliatiitalia”.

Si fa pace e si fa qualcosa di utile. Sarebbe una vera scossa per l’ambiente sportivo e civile e anche per le due società, Inter e Napoli, che non hanno detto una parola sull’accaduto. E sarebbe bello vedere sulle tribune qualche striscione dei tifosi con parole di tolleranza.

Napoli e Inter giocano domenica alle 15 e si potrebbe rubare qualche ora alla concentrazione prepartita. L’Inter gioca a Milano e il Napoli a Genova contro la Samp. Con un aereo si fa presto. Ma è il cervello e anche il cuore che devono volare.

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