L’ariaccia che tira.

Marco Giannini

L’aria è di tutti, per questo – probabilmente – puzza.

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Dovremmo preoccuparci tutti della qualità dell’aria che respiriamo e dei veleni che immettiamo nell’atmosfera, perché non ne abbiamo un’altra a disposizione. Qui in Italia, in particolare nelle aree urbane sottoposte a ricorrenti e – si mormora – inutili blocchi del traffico, l’argomento è spesso trascurato a favore di altre impellenze, ma alcuni cervelloni anglosassoni hanno cominciato a usare la tecnologia per farsi almeno un’idea. E si sa, la conoscenza del problema è già parte importante della sua soluzione.

I piccioni da corsa e l’aria che respiriamo.

I loghi del sito

I loghi del sito

In questi giorni marzolini Plume Labs sta applicando dei sensori ultraleggeri sulla schiena di una covata di piccioni da gara per monitorare la qualità dell’aria della città di Londra. Sono aggeggi un po’ costosi (più o meno 180 sterline l’uno), ma sembrano ben tollerati dai loro portatori pennuti. I piccioni da allevamento, infatti, possono essere addestrati a compiti assai diversificati (dalla consegna della corrispondenza alla ricognizione del territorio mediante telecamere, lungo tratte specifiche di cielo), in ogni caso un destino più grato che non finire in padella (per es. http://www.identitagolose.it/sito/it/12/1444/ricette/piccione-allo-spiedo-marmellata-cruda-di-cavolo-rosso.html).

la mappa dell'aria a Londra

Una mappa dell’aria a Londra

L’operazione fa parte di un network finanziato dai residenti, i quali segnalano i valori da loro stessi registrati (anche muovendosi a piedi, in bici o in altri modi) e li comunicano via Twitter alla centrale operativa, che provvede a indicarli su una mappa interattiva.

Tra ricerca e speculazione.

Gli Stati Uniti capeggiano la ricerca sui danni alla salute dovuti alla scarsa qualità dell’aria, (per es. http://thumbnails-visually.netdna-ssl.com/air-quality-statistics-us_50291caa2357d.png), e grazie al loro abituale spirito commerciale alimentano con allarmi più o meno fondati un fiorente mercato privato di filtri da appartamento,  purificatori domestici e via dicendo. Ma pagano anche profumatamente – con le tasse versate dalla comunità – un ufficio dedicato alla ricerca sulla chimica atmosferica facente parte della rete Nasa, e un apposito satellite orbitale, Aura.

2015, anno record.

diminuzione dell'inquinamento sulla East Coast tra il 2005 e il 2011

Diminuzione inquinamento sulla East Coast tra il 2005 e il 2011

Le buone notizie – per loro – arrivano dalla accertata diminuzione dell’inquinamento sulla East Coast tra il 2005 e il 2011, come mostrato da questa animazione su un blog di Discovery Magazine. Alla respirabilità dell’aria è collegato anche l’aumento della temperatura media, locale e globale. Come sappiamo  il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato dalla strumentazione, l’effetto serra è in aumento, e i suoi riflessi si sentono soprattutto in città.

Ecco allora una ricognizione esaustiva – e visuale – pubblicata da qualche mese e regolarmente aggiornata sul sito del New York Times, a firma di Rebecca Lai.

Come ci spiega l’autrice nel blog The Upshot si tratta di un grafico che mostra nel dettaglio temperature e precipitazioni nel 2015 di 1801 città americane, e di altre 1334 città sparse sul globo terrestre.

NY caldo 2015 graf

NY temperature e precipitazioni nel 2015

I minimi e massimi registrati da fine ‘800 a oggi sono mostrati in filigrana, e i picchi che costituiscono nuovi record sono accuratamente evidenziati con piccole frecce e datazioni. Il database su cui sono stati disegnati i grafici è di accuweather. Un motore di ricerca ci permette di muoverci di città in città, soddisfacendo ogni nostra curiosità.

 

 

C’è anche il grafico per la città di Roma.

caldo Roma 2015 graf

 

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