In diretta da casa mia.

Leonardo Samarelli

Facebook live

Se volevamo un’altra opportunità per fare informazione o semplicemente informare su di noi ora l’abbiamo è Facebook Live, la possibilità di trasmettere in diretta audio video sul social con chi vogliamo, quando vogliamo, senza telecamere professionali ma con quelle del nostro smartphone o tablet.

Mark Zuckenberg ha presentato ufficialmente il servizio il 6 aprile e c’è chi l’ha subito utilizzato anche sui grandi media.

Breve storia della comunicazione

Il giornalismo (e non solo il giornalismo) si declina sempre più con le immagini. Informare significa far vedere, mostrare sempre di più di una notizia o di noi stessi. La storia della comunicazione ha a che fare con i nostri sensi. Dall’oratore che aveva bisogno dell’udito (buono) degli ascoltatori e la storia, la letteratura tramandate per via orale.

L’occhio, la vista a decifrare prima i segni (geroglifici, pittogrammi) poi a leggere le prime lettere e gli alfabeti.

Quindi in successione secolare, la tipografia di Gutenberg, il telegrafo senza fili, il telefono, la fotografia, il cinema e la radio. Poi la televisione e infine il computer, l’ipertesto, i link di internet. Più o meno è quel che è successo da quando i Sumeri iniziarono con la scrittura cuneiforme circa tremila anni fa.

Nel 2016 siamo sempre connessi e con l’inarrestabile sviluppo tecnologico del telefono mobile, prima solo audio ora smartphone. Voce, telefono, agenda, foto, filmati, posta. Tutto assieme inclusi i social network che hanno messo in circolo le informazioni-notizie di tutti verso tutti e per tutti.

La realtà aumentata.

Siamo alla Realtà aumentata (Augmented reality, acronimo “AR” ). L’arricchimento della percezione sensoriale con strumenti non alla portata dei nostri cinque sensi. Quindi informazione sia nel senso di cronaca giornalistica che in quello di cronaca delle nostre vite.

Si spera non sia un “Grande fratello” permanente con tutto il rispetto per il reality show tv, per chi lo segue e chi ne è protagonista. Non parliamo ovvio di George Orwell che scrisse il libro (1984) dal quale il programma ha preso il nome .

Molti di noi per la verità potrebbero meditare di ritirarsi su un’isola deserta priva di qualsiasi connessione. Molti altri vorrebbero invece condividere anche la preparazione degli spaghetti aglio e olio o il cambio di pannolino. Qualche volta conviene che i nostri sensi non siano presenti altre meno. L’olfatto nei due casi citati potrebbe convenire o no. È da decidere e ci chiediamo quando anche l’olfatto sarà disponibile sui vari device (traduzione= congegni, dispositivi ma anche mezzo, stratagemma, espediente, ordigno).

L’erba del vicino.

C’è da considerare che persino cose enormi come i flussi migratori possono essere influenzati dalle immagini e dall’audio. Basti pensare alle navi cariche di cittadini albanesi che si presentarono davanti alle coste pugliesi fin dal 1991. Queste persone, disagiate nel proprio Paese, intercettavano la tv italiana e avevano l’impressione di poter accedere ad una società più evoluta e con maggiore democrazia. Lasciamo stare se fosse proprio così ma anche oggi, con l’aumento della diffusione di internet e dei satelliti, le immagini di un occidente opulento possono spingere, chi vive in condizioni di estrema povertà e insicurezza, al tentativo di raggiungere uno status migliore a qualsiasi costo. E lasciamo stare ancora se è o sarà proprio così davvero. È un altro argomento.

sentdig-home

Torniamo alle dirette Facebook live. Per ora il nostro piccolo contributo semiserio sono le immagini della nostra redazione che abbiamo messo su Facebook. Se vi piacerà ne faremo ancora e magari saremo più seri e pertinenti. I mezzi scarseggiano e quindi la necessità fa virtù. Lo smartphone fa la telecamera si direbbe oggi.

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