Siamo a Terra?

Alessandro Angelo

La Terra è un sasso.

Lo scorso 22 Aprile è stata la Giornata Mondiale della Terra : nello stesso giorno 175 paesi hanno firmato a New York, presso la sede dell’O.N.U., l’Accordo di Parigi , il testo sulla salvaguardia del clima redatto durante i lavori della COP21 tenutasi a Parigi nei mesi di Novembre e Dicembre 2015.

Foto Ansa sul sito Radio Vaticana

Foto Ansa sul sito Radio Vaticana

Anche Papa Francesco ha scelto ieri di presentarsi di persona, sorprendendo gli organizzatori, all’iniziativa “Villaggio per la Terra”, tenutasi presso Villa Borghese, per ribadire il suo impegno ambientalista.

Una giornata insomma, quella della Terra, in cui si chiede di riflettere sulle nostre responsabilità nei confronti del pianeta. Ma che cos’è la Terra, questa cosa verso la quale dovremo essere responsabili? Già la domanda, posta in questi termini, rivela una prospettiva ben definita: cos’è la Terra significa chiedersi che tipo di oggetto è la Terra. Rispondere a questa domanda non diventa altro che delimitare le sue caratteristiche fisiche: quant’è grande? Quanto pesa? Da quanto tempo esiste? Come funziona? La Terra diventa così un oggetto, in linea con la modalità di approcciarsi al reale che il materialismo della scienza ci impone, spesso inconsapevolmente. La Terra diventa un sasso. Essere responsabili verso qualcosa significa sentire di essere responsabili verso qualcosa: come possiamo sentirci responsabili nei confronti di un sasso?

Platone particolare dea La scuola di Atene, Raffaello Sanzio

Platone particolare da La scuola di Atene, Raffaello Sanzio

Una prospettiva antica.

Anticamente si pensava che la Terra, così come l’intero cosmo, con le stelle e i pianeti, fosse un organismo vivente dotato di un’anima. Quanto Platone scrive nel Timeo non è altro che la raffinata elaborazione di una posizione ben diffusa ai suoi tempi. Coloro che si opponevano a quest’idea, come gli Epicurei, erano generalmente derisi o tacciati di empietà. Una tale posizione appare ai nostri occhi moderni come primitiva e ovviamente infondata: eppure, riflettendoci un momento, potrebbe esserci utile. Pensare che la Terra possieda un’anima al pari di un individuo può modificare la nostra domanda di partenza: non cos’è, ma chi è la Terra. Chi, perchè se c’è un’anima c’è anche un individuo. L’anima, quantomeno secondo gli antichi che non conoscevano la dottrina dei Padri della Chiesa, era un principio in grado di unire le molteplici parti di un corpo per farne un insieme organizzato, un organismo. La Terra è un corpo composto da innumerevoli parti: cosa lo rende allora unitario? Domandare “chi è la Terra” diventa così chiedersi “chi è che anima la Terra”.

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Manoscritto medievale con la traduzione del Timeo di Calcidio

L’anima della Terra.

Come detto, l’anima era considerata in grado di dirigere e governare le parti. Era anch’essa parte dell’insieme, ma una parte capace di svolgere un ruolo attivo, di direzione, egemonico. Rispondere alla domanda “chi è che anima la Terra?” significa allora, in quest’ottica, trovare una parte della Terra in grado di adempiere a questa funzione. Ma questa parte c’è, e non è altro che l’Umanità. Noi siamo potenzialmente in grado di essere l’anima di questo nostro pianeta. La Giornata Mondiale della Terra, per non essere semplicemente il richiamo vuoto a un’indefinita responsabilità verso le parti che compongono il pianeta e verso il suo ecosistema, deve diventare l’occasione per riflettere sul nostro ruolo e sulle nostre capacità. Pensarci come l’anima di questo pianeta è un modo per intendere il rapporto che ci lega alla Terra: più che una casa, la Terra diventa un corpo, il corpo dell’Umanità. Un’ Umanità che, come anima, appare così davvero responsabile della direzione e della tutela del corpo/Terra. Che può sentirsi tale.

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Corpo e interiorità.

Non si tratta del rapporto di un soggetto (Umanità) con un oggetto (Terra), ma chiedendoci “Chi è la Terra?” il rapporto diventa quello di un soggetto con la sua interiorità. Gli antichi consideravano il corpo come lo specchio dell’anima: un corpo ben curato, sano e privo di malattie, era la prova che il governo dell’anima si era imposto sulle passioni più basse e volgari. Era il segno di un controllo totale su ogni aspetto della propria esistenza. Era un simbolo di libertà, ma anche di consapevolezza. Osservando lo stato del nostro corpo-pianeta, quale tipo di giudizio possiamo dare a proposito dell’anima che lo sta dirigendo? Della sua interiorità? Responsabilità verso la Terra, non verso un sasso. Chi è la Terra? Noi siamo l’anima della Terra. Non siamo semplici giardinieri, ma siamo una parte dell’organismo e abbiamo le potenzialità per svolgere un ruolo ben definito, attivo. Ciò che sostiene la responsabilità non può essere la ragione di un calcolo, ma solo un sentimento. E anche se scientificamente infondata, l’idea che la Terra abbia un’anima, e che quell’anima siamo noi, può essere un modo per provare a sentirci responsabili verso il nostro pianeta.

Perchè a pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Terra ci siamo già dimenticati di viverci sopra? Una riflessione sulla responsabilità che abbiamo verso il nostro pianeta e sul motivo per cui fatichiamo a sentirla.

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