Sentiero Digitale
Frastornati dalla morte di Mhuammad Ali (nostalgia) e dalle Elezioni amministrative cominciamo un mese di calcio europeo. Matteo Renzi sembra aver ricevuto un gancio a 5 stelle e stavolta il grande pugile non c’entra ma chissà forse ha trovato la maniera di occuparsi, dovunque sia ora, anche delle vicende italiane. Finalmente si può parlare dell’abusata parola “futuro” e dire che non se ne può più di sentirla. Non è poi detto che il futuro sia per postulato migliore del passato e ci accontenteremmo di avere un decente presente che è poi la vera premessa di una prospettiva migliore. Il futuro prossimo, parlando solo di Calcio, è però gradevole. E anche lì “se si vince bene se no si va a casa“ (davvero).
Detto che i talk show in tv (ma anche tutti i media) con argomento sindaci, flussi di voto e interviste fanno male alla salute (la noia di farsi spiegare quel che tutti hanno capito allenta i neuroni) e detto che per agganciarsi alla vita di tutti i giorni e risalire nell’audience nella seconda parte dei suddetti talk show ormai si parla molto di batteri nei cibi, salute, igiene, chimica deleteria dei detersivi, truffe al cittadino, da quelle degli operatori telefonici a quelle “bio” e altri argomenti trattati sempre (a volte superficialmente) con un poco di allarmismo (siamo giornalisti no?). Detto tutto ciò, senza dimenticare l’intervista, in una di queste trasmissioni, al leggendario Bruno Pizzul proprio per “raccontare” un minimo il mese di calcio europeo che ci attende, possiamo cominciare.
Il tabù della numero 10.
Nell’affannosa ricerca dell’inconsueto ha avuto risalto sui media la notizia che Thiago Motta (centrocampista Psg, ex Inter di Mourinho, due Champions vinte) indosserà la maglia numero 10 che è stata (per dirne qualcuno) di Baggio, Del Piero, Albertini, Totti, Cassano. Motta non è l’ultimo arrivato. Forse un po’ lento ma non era un velocista neanche il grande assente Pirlo che alla Nazionale certamente mancherà (soprattutto la sua capacità di pensare gioco). Come mancheranno molto Verratti e Marchisio infortunati. Infine il numero 10 sulle spalle di Motta non è il segno del declino del nostro movimento calcistico. Il declino sta altrove e soprattutto negli stadi italiani quasi tutti inadeguati e tranne alcuni (Udinese, Juventus, Sassuolo) non di proprietà dei club. Il declino sta nell’assoluta dipendenza del Calcio dalle pay tv e la Lega Calcio ha le sue grandi responsabilità.
“Fatevi valere”.
Matteo Renzi ha detto ai “ragazzi” in partenza per la Francia :”Fatevi valere”. Qui sta il punto quanto vale questa squadra?
Difensori.
Col blocco Juventus Buffon (riserve Marchetti e Sirigu) e Bonucci sembrano migliori degli altri. Chiellini non sta benissimo, pronto Ogbonna (ha giocato in Premier League quest’anno). È il reparto più forte della squadra e uno dei più dotati dell’Europeo.
Esterni.
In Inghilterra ha giocato anche Darmian (Man Utd), De Sciglio ha classe (morbido in fase difensiva?), El Shaarawy, dopo aver giocato in Francia al Monaco, ha fatto bene e gol a Roma da gennaio. Candreva sembra il più rodato: cross, dribbling, corsa, un vero esterno, gran piede delicato e potente assieme. Ultimo arrivo Bernardeschi, il più giovane del gruppo, veloce, tecnico ci si spera.
Centrocampisti.
Pirlo forever? Non è stato così: De Rossi e Motta sembrano lì per scelta obbligata ma tutti e due contrastano e davanti alla difesa (Motta anche più avanti) possono distribuire gioco professionalmente. A Conte piace il gioco forte (duro forse) e ha chiamato Parolo e Sturaro. Il Parolo ha capacità di inserimento in attacco (e con l’attacco che c’è serve molto questa dote). Sturaro ha corsa travolgente (picchia). Il ct “lo vede” e l’ha portato per arginare e spingere assieme. Florenzi e Giaccherini: incursionisti laterali, costruiscono e vanno in aerea a ricevere. Florenzi va bene anche in copertura, l’altro è buono dal centrocampo in su ma entrambi hanno tigna. Giaccherini è un fedelissimo di Conte.
Attaccanti.
Nessuno di loro ha mai segnato in un Europeo o in un Mondiale. È una premessa sconfortante.
Eder, quello dell’Inter degli ultimi mesi non si capisce a che serva (meglio Pavoletti, chissà?). Resta un ottimo attaccante ma deve ritrovare la porta e le giocate. Non parte titolare. Sicuro in campo sembra Pellè (ha giocato in Premier League) che gioca alla Toni, sponda, pivot, vedete voi ma ogni tanto segna. Immobile non è andato bene in Spagna al Siviglia poi tornato al Toro si è ritrovato. Veloce, palla tra i piedi, tanto che ogni tanto la scorda. È ottimo ma è in forma dopo l’infortunio nel finale di campionato? Zaza: vede la maglia da titolare. A Conte piace la sua esuberanza che spesso porta cartellini rossi e gialli. Un cavallone però di classe, se si regola può fare bene. Resta Insigne. Fantasista irreggimentato . Gli mancheranno Hamsik e Higuain, coi piedi ragiona e vede il gioco che cerca con colpi raffinati. Un’attaccante piuma però e il ct preferisce il ferro. Giocherà ma entrerà dalla panchina crediamo.
Sui moduli tattici che Antonio Conte impiegherà qualcosa trovate qui
Gli avversari (gruppo E).
Belgio.
Ci ha battuti recentemente 3-1 a Bruxelles. Tra le favorite del torneo. Un movimento in crescita e programmato. Courtois, Vertonghen, Mignolet, Lukaku, Hazard, De Bruyne, Fellaini, Nainggolan, Mertens, Carrasco. Sono nomi che incutono rispetto. Primo nel suo girone di qualificazione: 23 punti, in 10 partite, 24 gol fatti, solo 5 subiti. Ct Wilmots. Non sarà facile.
Eire (Repubblica d’Irlanda).
Robbie Keane (36)Westwood e O’Shea su tutti. Per il resto si è qualificata agli spareggi battendo la Bosnia. Alla nostra portata, però c’è grinta e con gli anglosassoni le partite non finiscono mai.
Svezia.
È Ibrahimovic. Poi diversi “piedi buoni” : Kallstrom, Berg e Larsson ma insomma si può fare se i nostri in difesa contengono Zlatan. Anche la Svezia si è qualificata agli spareggi battendo la Danimarca.