Sentiero Digitale
Gran finale.
In questo inizio d’estate le notizie di atti di terrorismo e in generale di atti violenti e razzisti (le news sociopolitiche non sono da meno) e le vicende di Euro2016 si sono sovrapposte spiazzandoci ogni giorno.
La cinquantunesima e ultima partita, la finale Francia-Portogallo, di domenica 10 luglio, sarà giocata allo stadio di Saint-Denis, comune a nord di Parigi, uno dei luoghi degli attentati del 13 novembre 2015.
Clima teso.
Euro2016 è iniziato il 10 giugno (Francia-Romania 2-1) e tanto per restare in Italia si erano appena svolte le elezioni amministrative (5 giugno) che avevano rimandato ai ballottagi del 19 giugno le più importanti città italiane e la celebrazione dei 70 anni della Repubblica italiana. Clima teso al di qua e al di là delle Alpi. In Francia per la possibilità di attentati nelle città e negli stadi e per le manifestazioni contro la nuova legge sul lavoro. Da noi per questioni politiche incentrate sul “lontano” referendum costituzionale (riforma del Senato ma anche della legge elettorale) che distraevano dal qui e adesso (molto temuto) delle amministrative. Tutto mentre si seguivano in tv, sul web e sulla carta la preparazione e le speranze della squadra azzurra. Azzurri noi, les blues i francesi. Poi verranno anche gli islandesi in blu ma è un’altra storia, la migliore.
Inizia male.
Intanto il 9 giugno c’era stato un attentato a Bagdad con oltre 20 morti e 70 feriti (da Is o Daesh come preferite) che seguiva l’esplosione di un autobomba a Istanbul (7/6) e un attentato a Mydiat sempre in Turchia (5 vittime, Pkk e Is).
Nella notte tra l’11 e il 12 la strage di Orlando: killer omofobo con simpatie dichiarate per Al Baghdadi (Is) e le sue 49 vittime e i suoi 53 feriti. L’Italia debutta vincendo 2-0, il 13 giugno, contro il Belgio e ipoteca la qualificazione agli ottavi.
Nasce il “Contismo” neologismo coniato da Mario Sconcerti a Sky e sil Corsera. Si potrebbe parlare di calcio, almeno nelle sezioni sportive, se non fosse che gli hooligans, invece dell’Is, imperversano in Francia. A ricordo città sconvolte, Marsiglia su tutte con la polizia impegnata e duramente (in tutti i sensi) a contenere quelli inglesi e russi. (Inghilterra-Russia 1-1).
Jo Cox. Remain or Leave.
Si avvicina intanto la data del referendum in Inghilterra per restare o meno nella Ue. Mentre la squadra inglese gioca e vince 2-1 un derby col Galles a Lens, 16 luglio, la deputata laburista Jo Cox, alfiere del Remain, è stata appena uccisa da uno squilibrato a Birstall alle porte di Leeds. Tragedia che sembra portare a una sconfitta sia pure di misura del Leave. Frutto delle campagne integraliste e nazionaliste di UKIP e di Nigel Farage? Si può dire che quel tipo di propaganda può innescare qualche squilibrato. Siamo alla vigilia dei ballottaggi delle amministrative in Italia e nel silenzio elettorale di venerdì 17 giugno l’Italia batte 1-0 (Eder) la Svezia di Ibrahimovic e passa agli ottavi.
Ai ballottaggi viene sballottato il Pd di Renzi. A Roma e Torino stravincono le due candidate Raggi e Appendino, Sala, l’uomo dell’Expo, tiene a Milano e De Magistris si conferma a Napoli. Partono le analisi sul voto e anche il citato referendum costituzionale di ottobre (Renzi ora sembra vorrebbe spostarlo a novembre) viene indicato sulla stampa come troppo semplice, poco politico, populista proprio per la dinamica della consultazione. Bianco o nero, sì o no, sembra agli analisti, troppo elementare. L’argomento sarà ripreso con contorni imprevedibili dopo l’altro referendum top, quello del Leave o Remain in Gran Bretagna. Vince il Leave, sia pure di un punto percentuale e qui riascolteremo la canzone che canta che i vecchi hanno deciso per i giovani. Un ritornello secondo Massimo Mantellini facile da mandare a memoria sempre utile e comodo. Pagine e servizi ad hoc tendono a dimostrare con argomenti strappacuore (Gramellini su la Stampa su tutti) che il voto dei coetanei dei Beatles ha deciso per i ragazzi della generazione Erasmus. Però le tabelle che sono andate in giro (ancora girano) erano quelle di una settimana precedente al voto (campione di 1652 persone) e i dati forse dicono altro.
Vedete le analisi (ragionate) del the Guardian de il Post e di Wired per farvi un’idea. È evidente che un’ipotesi di questo tipo tira più di qualsiasi altro argomento. È semplice ed efficace. Non importa sia vera. È la demagogia ragazzi.
Ma siamo solo al 23 giugno. C’è ancora molto da dire in questa racconto trasversale di calcio, terrore, violenza, razzismo e politica interna e internazionale.
Italia-Spagna.
Il 27 l’Italia vince 2-0 con la Spagna infeltrita e riprende il vento dopo la sconfitta con l’Irlanda (0-1, in campo la formazione B) all’ultima gara del girone. Gli hooligans sembrano affievoliti. Sale il Geyser sound. Infatti il 27/6: l’Islanda dà un senso sportivo alla Brexit battendo agli ottavi gli inglesi 1-2 e qui ironie facili che abbiamo vissuto. Chi non ha ricevuto un sms, un WhatsApp con foto della famiglia reale britannica extracomunitaria?
Giorno dopo, 28/6, strage all’aeroporto Ataturk, 41 morti, 239 feriti. La Nazionale sta sulle prime pagine assieme all’orrore Is e ci siamo abituati ormai. Ancora Daesh e non finisce qui.
Euro 2016 va avanti e siamo arrivati al primo luglio. Dacca, Bangladesh, sì quello del Concert For Bangladesh, Madison Square Garden, New York, primo agosto 1971. George Harrison il maggior promotore.
Sono cambiate tante cose in quella parte del mondo in 45 anni ma la popolazione sta sempre male. Allora attentato e vittime dell’Is in un luogo di ritrovo frequentato da imprenditori stranieri. 22 vittime civili, 9 italiani tra questi, poi a terra 6 attentatori e due poliziotti, 50 feriti. Le vittime torturate e uccise all’arma bianca. Germania-Italia che si gioca alle 21 trova spazio piccolo sulle home page e prime pagine. Però l’Italia gioca (lutto al braccio) e perde dopo i supplementari mentre la notizia del massacro prende i contorni dell’orrore. Non ci fossero stati coinvolti italiani la notizia non avrebbe avuto quella rilevanza.
Dopo aver perso “solo” ai rigori con la Germania si parla ancora di come si sono tirati questi rigori dagli italiani (risultato 1-1, 7-5 dcr). Polemiche e prese in giro convivono con lo sgomento per Dacca. Sembra che nessuno abbia mai battuto un rigore, fosse anche tra due borse nella partitella all’uscita da scuola. I nostri Pellé e Zaza da fenomeni a pippe. Vero è solo che hanno sbagliato prima di calciare, nel comportamento. Ed è proprio da questi particolari che si rischia di smentire De Gregori. Ma non si riesce a smentire a conti fatti e anche a giudicare del valore di mercato che proprio i due attaccanti hanno acquisito durante Euro2016
3 luglio. Risuona il Geyser sound. Islanda, 323mila abitanti, sembra siano tutti lì allo Stade de France con quel verso collettivo che fa “Uh”. La squadra con un calcio elementare ma efficace, la gente con la sua partecipazione semplice e pacifica incute rispetto anche dopo la sconfitta 5-2 ai quarti con la Francia. Sembrano una famiglia unita d’altri tempi e in tempo di crisi, anche della famiglia, fa effetto. I valori (perduti) tirano anche quelli e la riscoperta di buoni sentimenti ogni volta garantisce rendite di credibilità anche a chi commenta o condivide sui social.
La squadra in campo, i tifosi sugli spalti, “l’Uh” e le braccia che fanno un arco prima di battere le mani. Ricordate l’addio struggente alla serie A dei tifosi del Frosinone? Una cosa del genere che ha la forza di un vulcano, anzi mille.
Siamo al 6 luglio, Cristiano Ronaldo ha un sussulto nel sonno e il Portogallo batte l’altra favola di Euro2016 il Wales in semifinale. Bale ha il toupè annodato alle scarpe. Leave l’ultima britannica.
Mentre si apprende dal rapporto Chilcot che Tony Blair e George W Bush avevano barato e che la guerra a Saddam, Iraq 2003, era “sbagliata”. La madre di tutti gli errori che, a rimbalzo, ha sconvolto il Medio Oriente, creato milioni di morti e di profughi e ha alimentato il terrorismo. Saperlo prima. Anzi capirlo invece di lasciar fare. 48 nazioni alleate con Usa e Gran Bretagna all’epoca. Qualcuno provò a fermarli. Provò e non riuscì.
Ancora 6 luglio, giornata calda. Ucciso a Fermo nelle Marche un nigeriano scampato a Boko Haram. Ancora oggi mentre scriviamo la dinamica non è chiara. Fatto sta che un ultrà (“ormai una categoria senza legge e senza tetto”: Emanuela Audisio su Repubblica) della Fermana insulta la moglie di Emmanuel Chidi Namdi: “Scimmia africana”. Questo è certo e dopo una colluttazione Emmanuel resta a terra cadavere. Comunque sia andata, chi le ha date e chi le ha prese per primo, è un segnale di odio razzista. Vedremo le indagini e le responsabilità.
8 luglio, la Francia vince la semifinale con la Germania. 2-0 senza troppe discussioni. Il possesso palla non dà la vittoria come le buone intenzioni non fanno il risultato. Antoine Griezmann (1991) è un leggerino col senso del gol. La sorella era al Bataclan al concerto il 13 novembre 2015. Ne è uscita illesa. Un altro incrocio calcio-terrorismo. Carl Gustav Jung parlerebbe di sincronicità. Antoine, detto “le petit diable”, segna due gol. È da Pallone d’oro, 5 gol agli Europei, capocannoniere. La Germania un centravanti non l’aveva.
Non fila liscio il dopopartita. Rissa tra opposte tifoserie in Borgogna, un morto. Violenza.
Intanto lo stesso giorno in rete appaiono due video dagli Usa. Diventano subito virali. Baton Rouge, 5 luglio, Louisiana. Due poliziotti, a terra un nero, Alton Sterling, venditore ambulante di cd, uno dei due agenti urla “ha una pistola”, e l’altro spara. Altro video da cellulare : 6 luglio., Falcon Heights, Minnesota. Un altro afroamericano Philando Castile, responsabile della mensa di una scuola Montessori è in auto con compagna e figlia, fermato per un fanalino rotto. Cerca i documenti, cintura allacciata, dopo aver dichiarato di essere in possesso di un’arma regolarmente denunciata. Un agente infila la pistola nel finestrino e spara 4 colpi contro Philando. La fidanzata fa un video col telefonino mentre una vocina sussurra “mommy”. È la figlia dei due che assiste a tutto.
I video vanno anche sui siti delle grandi testate e ovviamente prima ci sono più di dieci secondi di pubblicità. Poi appare la scritta: Le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità. Tutto sotto un titolo esplicativo tipo “afroamericano ucciso dalla polizia, il nuovo video”. Forse urta anche quella pubblicità prima del video, urta con l’argomento e non regge nessuna necessità economico-editoriale. Certe cose non possono avere la pubblicità. E anche l’inserzionista dovrebbe rifiutare di vedere la propria immagine accostata a quelle nefandezze.
In attesa della finale la verità in diretta.
8 luglio. In attesa della finale c’è Dallas, il cecchino, un afroamericano spara durante la marcia di protesta per le violenze contro i neri. 5 agenti (bianchi) morti, 7 feriti. La verità in diretta ha un effetto. Michael Xavier Johnson (afroamericano) ha agito da solo, da ex militare in Afghanistan sapeva maneggiare le armi, sapeva sparare e sapeva navigare sui social. L’enfasi si sposta proprio su queste prove inequivocabili in diretta tv. Analisi dei media anche qui. Si scopre che è iniziata una nuova era e non si capisce se è anche un incentivo ai propri giornalisti o c’è stupore davvero. Sembra un’osservazione già vecchia. C’è del buono e meno buono sui social e nella tecnologia in generale. Questa delle riprese in diretta col cellulare sembra cosa utile alla verità e alla giustizia.
Resta da riflettere sulla questione razziale negli States . Una questione proprio non risolta e con troppe armi in giro e con questi risultati. Con Donald Trump che si propone come presidente (e pronuncia, anche quando non servirebbe, parole di odio) c’è poco da scherzare può solo peggiorare. I social mostrano finalmente solo quello che è sempre accaduto e si dovrebbe smettere di invocare “tolleranza zero”. Non si spara sulla polizia certamente ma bisognerebbe dare il buon esempio. Non si spara neanche su un uomo indifeso, bianco o nero. Di fatto dall’inizio dell’anno 729 persone uccise dalla polizia negli Usa, 58 agenti morti in servizio. Qualcosa non torna anche nei numeri. In tutti i casi gli afroamericani uccisi dagli agenti sono troppi. Proprio mentre scriviamo, 9 luglio, la polizia uccide un altro afroamericano. A Houston. Il film, tra i tanti sull’argomento, che ritorna alla mente è 12 anni schiavo. Oscar nel 2014 come miglior film.
Infine domani sera la finale di Euro2016. Francia favorita, il Portogallo è manovriero. Fa possesso palla come la Germania. Abbiamo visto les blues cos’ hanno combinato con i tedeschi.
Non si può mai dire ma una cosa è indiscutibile: in questo mese dal 10 giugno al 10 luglio più morti che gol.