Dario, Bob e la scintilla.

SD-redazione

Sincronicità.

Dario Fo se ne va e nello stesso giorno l’Accademia di Svezia consegna il Nobel per la letteratura a Bob Dylan.

L'immagine sul sito dell'accademia svesdese

Dal sito dell’Accademia di Svezia

Dario Fo e Franca Rame

Dario Fo e Franca Rame

 

 

 

 

 

 

La sincronicità ha sempre qualcosa di miracoloso. Questa volta chi ha qualche anno e qualche pensiero sulle spalle, e nel frattempo è riuscito a sfuggire alla parola rottamazione, rivisita la sua vita da un altro punto di vista. È la vittoria degli irregolari che non si sono regolarizzati. Dario Fo sorride a Franca Rame e forse ricordano le polemiche seguite al suo Nobel nel 1997.

Delle quali non deve interessare davanti alla statura dell’artista che si allontana col suo Mistero buffo e senza che nessuno sia riuscito a tradurre il suo grammelot (giusto anche gramelot). La lingua delle lingue che simula un discorso senza dire, un assemblaggio di suoni e fonie prive di significato che tuttavia nei suoi soliloqui sembravano, con la simbologia della recitazione e della mimica, un discorso chiarissimo. Latino, inglese, italiano borbottati separatamente o assieme con inflessioni, cadenze e significati evidenti.

Qui il video con l’intervista di Vincenzo Mollica dopo la vincita del Nobel. Da Rai Scuola.

“Like a Rolling Stone”.

Dario Fo era una forza della natura e si seguivano i suoi monologhi per interminabili minuti, ore, negli anni ’70 magari sotto la tenda di un teatro affollato da giovani e non solo, di una sinistra che all’epoca di più non si poteva. E all’uscita dello spettacolo si andava in qualche casa o su qualche panchina o cantina ad ascoltare proprio Bob Dylan, a cantarlo a schitarrarlo e a struggersi al suono della sua armonica diatonica che accompagnava la chitarra o cantava da sola evocando gli States e la loro parte migliore. L’America dei disadattati, della guerra in Vietnam, delle lotte dei neri per i diritti civili. In una parola Like a Rolling Stonehttp://www.dailymotion.com/video/xmxw8w_bob-dylan-like-a-rolling-stone-live-newport-festival-1965_shortfilms

“Knockin’ On Heaven’s Door”.

Bob dopo Dario e manco ci si accorgeva (o si poteva pensare) che le loro parole e i loro suoni erano da Nobel. Eppure erano e sono ancora il meglio. Non è un caso che dalle stazioni radio (ce ne moltissime proprio dedicate) si ascolta tanta, moltissima musica degli anni dai ’60 agli ’80. Ora il Nobel a Dario Fo come quello a Bob Dylan sono il riconoscimento per un’intera generazione, forse due. C’è chi non è d’accordo ora col riconoscimento a Dylan e c’era chi non lo era sul Nobel per Fo. Normale. È proprio la parola normale che non viene mai contemplata dai due premiati. Fatto sta che ieri una strana atmosfera aleggiava per il mondo. La morte è un’assenza e quella di Dario Fo resta però a molti sembra di essere accompagnati dalla musica nell’elaborazione del lutto.

Knockin’ On Heaven’s Door” Album Pat Garret e Billy the Kid, 1973.

Poster di Milton Glaser, 1967

Poster di Milton Glaser, 1967

Tra le pagine e le parole sull’argomento è stato detto da molti (più o meno): “Il giullare che passa il testimone al menestrello”. Questa frase che evoca il medioevo tuttavia non restituisce  le sensazioni degli anni (psichedelici in tutti i sensi) che i due Nobel hanno plasmato. È  il tentativo di evocare una suggestione piuttosto scontata e come tale tradisce l’intento dei due maestri. Certo la storia, i secoli sono presenti nell’opera dei due artisti e se va bene o meno, se calza, un Nobel alla letteratura per loro è argomento opinabile.

La scintilla.

Ogni tanto nel Mondo, tra guerre e attentati, tra la diaspora crudele dell’immigrazione e lo strapotere dell’economia che crea diseguaglianze, tra il dilagare non sempre positivo dei social e l’informazione telecomandata, tra conflitti e beghe politiche locali e internazionali, si accende una scintilla positiva che per qualche istante, forse un giorno, ci riconsegna la nostra parte migliore. Sono stati gli accademici di Svezia ad accenderla e non si può non ringraziarli.

 

 Like a Rolling stone, Come Una Pietra Che Rotola. 

Tanto tempo fa ti vestivi così bene

Da giovane gettavi una moneta ai mendicanti, vero?

La gente ti chiamava, diceva

“attenta bambola! Sei destinata a cadere”

Tu pensavi che stessero tutti scherzando

Eri solita ridere

Di tutti quelli che vivevano come fannulloni

Ora non parli così ad alta voce

Ora non sembri così orgogliosa

Nel tuo dover elemosinare il tuo prossimo pasto

Come ci si sente

Come ci si sente

Senza una casa?

Come una completa sconosciuta,

Come una pietra che rotola?

Sei andata alle scuole più prestigiose,

tutto bene, signorina solitaria

Ma sai che ti piaceva solo ubriacarti

Nessuno ti ha mai insegnato come vivere per la strada

Ed ora dovrai abituartici

Dicevi che non saresti mai scesa a compromessi

Con il vagabondo misterioso, ma adesso ti rendi conto

Che lui non sta vendendo alcun alibi

Mentre tu fissi nel vuoto dei suoi occhi

E gli chiedi “facciamo un accordo?”

Come ci si sente

Come ci si sente

ad essere sola?

Senza un posto dove andare?

Come una completa sconosciuta,

Come una pietra che rotola?

Non ti sei mai guardata intorno per vedere

lo sguardo cupo dei giocolieri e dei clowns

Quando tutti loro facevano trucchi per te

Non hai mai capito che non è bello

Lasciare che altri ti divertano

Eri solita andare sul cavallo cromato con il tuo diplomatico

Che portava sulla sua spalla un gatto siamese

Adesso è dura dal momento che ti sei accorta

Che in realtà non era come ti diceva

Dopo che ti ha portato via tutto quello che poteva rubarti

Come ci si sente

Come ci si sente

ad essere sola?

Senza un posto dove andare?

Come una completa sconosciuta,

Come una pietra che rotola?

La principessa sul campanile e tutte le belle persone

Stanno bevendo e pensando che ce l’hanno fatta

E si scambiano tutti preziosi regali

Ma tu faresti meglio a prendere il tuo anello di diamanti

Faresti meglio ad impegnarlo, tesoro

Eri solita ridere

Del Napoleone in stracci e del linguaggio che egli usava

Và da lui ora, ti sta chiamando non puoi rifiutare

Quando non possiedi più nulla non hai nulla da perdere

Sei invisibile ora, non hai segreti da nascondere

Come ci si sente

Come ci si sente

ad essere sola?

Senza un posto dove andare?

Come una completa sconosciuta,

Come una pietra che rotola?

Aggiornamento al 17/11/2016. Bob non ritira il premio. 

No, non ce la fa proprio. Dylan non smentisce il suo personaggio e dice che “pur onorato” non ritirerà il premio a Stoccolma perché aveva già preso degli impegni in precedenza. Qui un sobrio approfondimento.

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