Leonardo Samarelli
Radja NaingGOLan
Nel suo cognome è incastrata la parola gol; ne segna due a Milano in casa Inter, due grandi gesti tecnici. Certamente nel valutare i gol più belli del turno c’era anche da considerare il difensore volante Mattia Caldara (uno di testa e l’altro di piede destro) che liquida il Napoli in trasferta, 0-2 per l’Atalanta e la Dea non è più sorpresa ma solida realtà. Eppure nelle due conclusioni del centrocampista della Roma c’era la luce dell’intensità. Due Eurogol dalla distanza che sanno di calcio potente.Avrebbe potuto segnarli in passato Gigi Riva o il Luis Suarez dell’Inter del vecchio Moratti, Il padre di Massimo, Angelo. Un lavoro anche per Alfredo Di Stefano, Puskas e la leggenda va a a ritroso. Restando ai nostri tempi, Dybala, Insigne, Ibrahimovic hanno segnato gol memorabili dalla distanza. Nel colpo da fuori area c’è la storia del calcio, la conclusione impossibile, il portiere che vede e non può far nulla, il calciatore che osa e sblocca una partita blindata e una difesa schierata come un muro. Il belga, centrocampista e non attaccante, ha quel tipo di conclusione nel repertorio. Tiri devastanti per i portieri. La capacità di coordinazione giusta per tenerli potenti e nello specchio che da fuori area appare molto stretto e con la sagoma ingombrante e dondolante del portiere.
Le reti a San Siro.
Il Ninja, così lo chiamano e impropriamente a guardare il preciso significato della parola. Un soprannome che magari fa riferimento soltanto alle sue origini orientali (Indonesia). Un appellativo che più che alla storia giapponese si accosta di più all’epopea dei cartoon delle Tartarughe Ninja. Ma allora vediamo.
Primo gol.
Partita appena accesa. 12′ e Nainggolan scambia con Dzeko. In marcatura c’è la rivelazione Gagliardini, fresco a Milano da gennaio. Palla a seguire e in diagonale arriva il ragazzo, il piede destro di Radja ferma col tacco il pallone e lo manda lungo. Quindi scarto improvviso sulla destra col giovane che non molla ma non riesce a prendere. Lateralmente e dalla linea parte il tiro a effetto, deciso e forte. Handanovic si allunga ma la palla gira sul secondo palo.
Secondo gol.
Come Totti, dicono, 2/10/2005, e sempre con l’Inter (pallonetto finale). Ripartenza. più o meno 60 metri di corsa palla al piede, tre contro tre, A sinistra Dzeko, a destra Salah che fa il movimento decisivo. Passa davanti al belga in diagonale e gli porta via un uomo e a questo punto quasi alla lunetta Radja decide per il tiro. Collo pieno. Sembra di sentire il pallone che sposta l’aria. Imparabile a quasi 100 km/h.