L’informazione cambia carattere.

Sentiero Digitale

Novembre porta novità nella galassia dell’informazione italiana. La Repubblica (definita ormai come la “Nuova Repubblica”) compie un restyling estremo del giornale di carta. Fa disegnare un nuovo carattere tipografico di nome Eugenio in onore del fondatore Scalfari e lancia il tutto con una campagna pubblicitaria sostenuta anche in tv. Il Corriere della Sera promuove in grande stile la nuova edizione di Torino e dalla rete arriva la nuova Newsletter di Giorgio dell’ArtiAnteprima“, a richiesta nella casella email al mattino intono alle 7.

Novità d’autunno

Era tempo che si attendeva qualcosa dal mercato editoriale, una riscossa che mostra un segnale di ripresa economica grazie al ritorno della pubblicità sulle pagine (online e carta). La prima copia della Nuova Repubblica ha visto, su uno sfoglio di 80 pagine, 36 di queste con  inserzioni pubblicitarie e il Corriere di Milano (24/11) su 64 pagine ne aveva 34 di pubblicità. Fate voi le proporzioni ma se il mercato è fermo la pubblicità non si muove e se dà segni di risveglio si palesa. Si attendeva qualcosa anche sull’ultima spiaggia dove sono arenati i giornali erosi dal calo delle copie vendute in edicola. Urbano Cairo presidente e ad di Rcs media Group ha detto alla presentazione della nuova edizione torinese: “Evidentemente noi investiamo molto anche sull’online. L’online è anche molto redditizio però per noi la carta rappresenta comunque quasi il 90%  dei nostri ricavi. Quindi ovviamente è preponderante e io ci credo ancora molto nella carta, credo in entrambe le cose”.  Questo è il quadro vero e ne parlavamo tra le altre cose anche qui.

Sul fronte Corriere il direttore Luciano Fontana alla presentazione del nuovo sfoglio di Torino (in linea con la grafica del resto del giornale) ha parlato proprio di controtendenza, di sfida, evidentemente a un mercato che fino a oggi appariva fermo e non redditizio. Sfida sui contenuti. Il lettore vuol comprendere sempre di più di quel che capita nelle immediate vicinanze, magari nel quartiere, nella strada. Un’esigenza soddisfatta sempre più da altri media e non dai giornali di carta non solo nelle grandi città. La narrazione di Roma, di Milano, di Torino e degli altri grandi centri assomiglia sempre più a quella del  Paese. Città dove l’argomento Economia è vasto quanto la Cronaca, la Cultura è una trama coinvolgente come gli Spettacoli  e lo Sport chiede un racconto esaustivo del panorama non solo calcistico che pure vede presenti nelle realtà citate sei squadre di serie A. La vita cittadina riguarda centinaia o milioni di persone e trasporti e raccolta dei rifiuti vanno di pari passo col decoro e la sicurezza (reale o percepita) e riguardano il tempo e la qualità della vita delle persone che vivono sul territorio e quello di Torino è ricco, con una capillare presenza di grandi aziende e in una regione allineata alle più evolute della zona Ue. Questi i motivi dello sforzo del Corriere per potenziare la cronaca torinese, senza trascurare che Cairo è piemontese (21-5-1957, Masio, Alessandria) e anche proprietario della storica squadra granata che porta il nome della città.

Infine si tratta di una sfida sul campo a la Repubblica e la Stampa (con redazioni a Torino) ormai confluite e alleate nel gruppo editoriale Gedi. Nel descrivere le strategie di Cairo non si può non ricordare che esso possiede con Cairo Communication una tv, La7 e proprio questa testata tv forse crea la differenza tra Gedi e Rcs Media Group

In passato quello che era un tempo il Gruppo Espresso ha tentato di avere una tv nazionale nel proprio asset ma per molti motivi questo tentativo non si è concretizzato e non si è potuto o voluto realizzare. Forse oggi c’è qualche rimpianto; avere uno spazio (e importante come La7) nel mercato televisivo consente un ampio respiro e sinergie efficaci nelle diverse stanze del marcato dell’informazione.

Per Repubblica si tratta invece di una riforma d’immagine (ci vuole tempo per darne un bilancio) che traina anche una revisione dei contenuti. Qualcuno ha detto che si tenta di settimanalizzare un quotidiano ma è un’operazione che si è tentata fin dalla nascita della testata il 14 gennaio 1976. Col dilagare di internet è inutile coprire allo stesso ritmo il rullo delle notizie. La connessione in rete consente aggiornamenti istantanei e sulla carta del giorno dopo non può mai arrivare fresca la cronaca e il fluire dei fatti. Per Mario Calabresi, direttore da circa due anni, i contenuti devono arrivare ai lettori da più parti e i lettori hanno tutti uno smartphone e le notizie (a pagamento) devono arrivare proprio lì con comodità e abitudine. Qui l’editoriale titolato “Perché il giornale cambia“. Le novità non si fermano qui. Anche il sito Rep.it si è visivamente semplificato  e i contenuti sono selezionati per il primo scroll. Ma quello su cui si punta è proprio il contatto con i lettori sul cellulare. “Ecco – dice Calabresi – che nasce “Rep” il meglio del giornalismo del quotidiano in versione digitale, studiato per essere letto al meglio sugli smartphone. Venti articoli, un servizio podcast (un audio con lettura dei pezzi principali da fruire mentre si guida, si cammina o si fa sport) e due newsletter al giorno”.

L’operazione approfondimenti sulla carta il giorno dopo e la cronaca dei fatti online subito è una strategia che si teorizza da anni. Finora, in Italia, nessuno ha riportato risultati convincenti e remunerativi. L’introduzione di contenuti a pagamento, facendo gli auguri, non sempre garantisce i risultati sperati. Il tempo dirà, come per la riforma grafica, e c’è da sottolineare che la scelta pare obbligata tant’è vero che Il Corriere della Sera e altri giornali in Italia e nel mondo già hanno percorso la strada del paywall.

Newsletter

Repubblica e Corriere della Sera sono quindi in movimento e il restyling di grafica e contenuti del primo e il lancio del nuovo sfoglio torinese del secondo interrompono un’immobilità che finora aveva prodotto solo tagli alle redazioni e ai collaboratori  (in tutte o quasi le testate italiane) e poche idee oltre che poche innovazioni tecnologiche. C’è però un’altra novità: è sotto forma di newsletter: Anteprima di Giorgio dell’Arti. Qui il sito web della newsletter che per ora esce dal lunedì al venerdì della settimana.

Alle 7 circa del mattino potete ricevere una rassegna stampa ragionata e filtrata dal giornalista con decenni d’esperienza nel settore editoriale. Anteprima ha tre sezioni che si possono leggere anche aprendola nel proprio browser: Stamattina, Oggi, Domani. Ciascuna ha dei sottotitoli e gli articoli citano chi ha scritto e per quale testata. “Stamattina” esordisce con “Clamoroso”: il fatto più sorprendente. A seguire: “Cose di cui parlano tutti” e via via il resto delle news quasi sempre titolato con una sola parola: Pensioni, Politica e altri titoli tematici. Ci sono i compleanni delle persone famose, un paragrafo del Vangelo di oggi, i santi del giorno, le ricorrenze scandite nel tempo; 20, 60, 100 anni fa (un esempio).

Anteprima non è brevissima e nelle lettere (alla fine ci sono anche quelle) qualcuno ha consigliato l’autore di accorciarla; al solito questione di opinioni. Sembra una cosa semplice ma non lo è. Prevede una capacità di sintesi raffinata e dalla lettura, senza farsi notare troppo, trapela un’ironia discreta che si esprime con parole semplici come a dire :“Questo è quel che ho scelto, non so se ti va bene ma ti ho dato gli strumenti per approfondire, se vuoi”. Ché poi ognuno approfondisce, se vuole proprio farlo e ne ha il tempo e la voglia, come e quando gli pare. Non tutti amano farsi prendere per mano e farsi accompagnare nelle stanze dello “spiegato bene” che imperversa su tutti i media.

Sandro Veronesi ne parla così sul Corriere della Sera:

«Anteprima» è anche il dito che tocca il nervo: recupera, sì, lo spirito classico del libero giornalismo occidentale, e tuttavia lo fa in un’intrapresa d’impatto veramente minimo, artigianale, senza bisogno di grandi redazioni e di grandi investimenti, senza ricaduta sull’occupazione e sul fatturato dei gruppi editoriali. Ciò che nel secolo scorso era la regola su grande scala, oggi risulta ancora possibile, e godibile, e questa è una buona notizia, ma solo su scala molto piccola — e i giornali dai quali Dell’Arti attinge il proprio repertorio quotidiano rimangono alla deriva nel mare in tempesta senza che sia chiaro come di questa buona notizia possano fare tesoro.

L’autore, Giorgio dell’Arti, dice che si sveglia alle quattro della notte (romana, ndr), legge circa 10 giornali e redige la newsletter. Da qualche giorno, nella sezione “Oggi” a cura di Jessica D’Ercole ci sono anche link relativi alle notizie o direttamente ai siti delle testate. Come dell’Arti stesso sostiene “Anteprima é un club chiuso“, si sente “Come il fornaio che sforna il pane caldo all’alba”. Anteprima inizia ad avere un seguito numeroso e attento e dalla mailing list, evidentemente ampia e qualificata, riceve risposte, impressioni e commenti. Eccone uno di Lucio Villari: “Caro Giorgio, breve o lunga che sia, Anteprima ha comunque un ritmo quasi “musicale” e un pò ironico che mi piace”. Certo Anteprima non può competere con i numeri dei grandi protagonisti dell’editoria ma è un media rapido e semplice (a grafica zero) che ti raggiunge al caffè del mattino con un mezzo altrettanto semplice: l’email . Fino al 31 dicembre sarà gratis e senza impegno e vale la pena provarla (ci si può disiscrivere facilmente).

Qui il sito web di anteprima, sempre dal sito:  Che cos’è questa Newsletter

Paywall, Google e Facebook, approfondimenti a questi link

http://www.corriere.it/cronache/17_ottobre_02/google-4-mosse-spingere-abbonamenti-giornali-online-5c7cc92e-a6f9-11e7-8cf8-aef31e711e88.shtml

http://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2017/10/19/news/facebook_e_giornali_arrivano_le_news_a_pagamento-178664858/

 

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