Se telefonando.

Paolo Samarelli

Se telefonando. Leggete l’articolo sulle note di Mina.

Dopo una giornata di mare (così così il tempo) e senza aver messo mano o orecchio ai social o a internet, alla radio o ad altri mezzi d’informazione, mentre si preparano gli spaghetti alle vongole comprate in gita, accendo il televisore della cucina. Su Rai 1 c’è “che tempo che fa” con Fabio Fazio, già iniziata, perfetta per far aprire le vongole in padella e sentire qualche amenità. C’è Roberto Bolle (ballerino classico) che seguo distrattamente, poi appaiono Fedez (il cantante) e Chiara Ferragni , blogger, 12,9 milioni di follower su Instagram (apprendo lì per lì, più del Papa). All’improvviso il conduttore si siede su un seggiolino trasparente di design qualificato e dalla regia gli dicono che Luigi Di Maio vorrebbe parlare in diretta. L’attenzione aumenta, non tanto da togliere lo sguardo dalle vongole e dalla pentola degli spaghetti, e di Maio va giù duro e capisco quel che mi sono perso nella giornata. Se telefonando.

È saltato tutto, 80 giorni di tentativi per formare un governo, Giuseppe Conte e i suoi curricula hanno dato le dimissioni (“Si è fatto tutto il possibile”) andando a sbattere sul No del Presidente Mattarella al ministro dell’Economia proposto, Paolo Savona notoriamente euroscettico che aveva anche delineato le sue linee guida della gestione futura del Ministero, vado a memoria, dicendo che non si voleva uscire dall’euromoneta a tutti i costi ma che insomma bisognava metterci qualche pezza non aumentando le tasse ma facendo crescere il reddito degli italiani. Il Presidente Mattarella aveva considerata tiepida la correzione, aveva proposto Giorgetti (Lega, braccio destro di Salvini, quotato come economista avveduto e serio) ma lì i due futuri semilider si erano impuntati non volendo cedere sul nome proposto. Qui se avete voglia la telefonata in diretta. Quasi 10 minuti di chiarimenti e accuse e la proposta, nei prossimi giorni,  di chiedere al parlamento di mettere sotto accusa Mattarella mettendo in atto l’art. 90 della Costituzione, in pratica quello che gli anglosassoni chiamano impeachment, il Capo dello Stato processato per alto tradimento. Roba grossa, accuse all’Europa che mette i bastoni tra le ruote, che tenta di intimidire l’Italia (come ha fatto con la Grecia), che dall’alto delle sue istituzioni economiche, Bce compresa, condiziona la formazione di un governo “populista” che metterebbe in crisi il continente, i suoi conti, l’intera economia.

Le vongole si sono aperte, aspettiamo di scolare gli spaghetti bene al dente e farli mantecare in padella. A seguire, mentre si compie l’operazione non così banale, mentre rimescoliamo col cucchiaio di legno, arriva un’altra chiamata in diretta: è Maurizio Martina, segretario reggente del PD. Caschiamo dalle vongole: impossibile che abbia sentito in diretta e gli sia venuta la voglia e il costrutto di parole per replicare immediatamente. È chiaramente una combine per dirlo alla Macron. Era tutto preparato e ci viene servito in tavola come fosse all’improvviso, estemporaneo, lo sfogo di due statisti amareggiati. Seguono 8 minuti di replica di Martina, come una par condicio, è tutto programmato. Inizio: “Siamo di fronte a un passaggio drammatico”. E certo che poteva dire? Spaghetti alle vongole in tavola, mi viene in mente il direttore Eugenio Scalfari, quando in tempi lontani descriveva “L’Italia alle vongole”. Qui un suo articolo recente che comprende anche un’Europa alle vongole, qui una storia della felice espressione e qui dal sito edmondoberselli.net

Una domanda mi viene spontanea: perché tutto questo si svolge nella trasmissione di Fabio Fazio? Un tempo erano presenti in studio meticolosi e forse troppo conformisti dirigenti Rai che erano in grado di impedire, a norma di regolamento,  imprevisti e scivoloni supposti nel programma. No ieri sera era tutto previsto e adeguatamente spettacolarizzato e del resto “che tempo che fa” non è nuova a queste incursioni decisive nel campo della politica; vedi tra le ultime Renzi che almeno era ospite in studio e che aveva bocciato in diretta tv una possibile intesa PD-5stelle per il governo . Sarò antiquato ma forse una telefonata con quei contenuti ad un qualunque Tg mi sarebbe apparsa più ortodossa. Il Tg avrebbe poi continuato facendo i suoi servizi, cronaca, esteri, sport, spettacoli, argomenti pertinenti a una corretta informazione giornalistica. Qui invece è seguita la Littizzetto (eccola ieri sera) con le sue osservazioni estetiche sulle calzamaglie ipertrofiche del ballerino Bolle e altre amenità che infatti mi aspettavo di ascoltare cucinando.

Le trasmissioni di informazione e intrattenimento hanno un limite (parere personale) quello di mescolare argomenti troppo differenti e i più impegnativi, sociali, civili, possono perdere la loro dignità e importanza alle orecchie e agli occhi di chi vede e ascolta. Alcune di queste trasmissioni sono stigmatizzate dalla FNSI che ce l’ha particolarmente con Barbara D’Urso (tra l’altro date un occhiata al profilo twitter della presentatrice).  Forse abbiamo torto e ci scusiamo con chi apprezza questo genere di tv ma ieri sera qualcosa, solo per me sicuramente, è andato storto e suonava stonato senza nulla togliere a Fabio Fazio e tutti gli altri ovviamente.

Resta da dire che in effetti l’impressione che l’Europa abbia messo la sua impronta nella costruzione del governo italiano non è un assurdità (vedi il rialzo dello spread e i numerosi richiami provenienti da Bruxelles). L’incarico a Carlo Cottarelli ne è una dimostrazione lampante e tuttavia in quest’Europa siamo e per ora (col debito pubblico che ci portiamo dietro) non vedo alternative allo status completo di Paese membro fedele a tutti gli effetti. Le strade per migliorare sono altre e Cottarelli appare rassicurante per la UE e sarà probabilmente a capo del governo fino alle prossime elezioni, dopo l’estate o dopo la legge di bilancio. Potete approfondire ovunque pareri e contropareri, meglio non dare indicazioni. Una cosa sola appare certa il Presidente del Consiglio incaricato propone i ministri, il Capo dello Stato li approva (o meno). Se avete voglia di approfondire qui un articolo da” il Post”. Qui un post di Marta Fana da Facebook, rilanciato su twitter contiene considerazioni interessanti e da un altro punto di vista.

Il calcio infine

Sublime, intelligente, mescolanza di generi apprezzati dagli italiani. Dopo tutto questo (a campionato ormai finito e quindi siamo in astinenza) c’è un intervista a Giampiero Ventura che racconta della eliminazione subita dalla Svezia. Della mancata partecipazione ai Mondiali di Russia (la prima volta dal 1958) della sua avventura dileggiata e delegittimante in Nazionale. Delle vessazioni subite dal presidente FIGC Tavecchio (che replicherà duramente) e delle sue mancate dimissioni dopo la sconfitta 3- 0 nella decisiva partita contro la Spagna (mica pizza e fichi). Un’intervista un po’ sottotono nella quale L’ex Ct ha lasciato intravedere manovre di Palazzo, complotti (forse anche di giocatori? Avremmo voluto sapere di più).  Così, alla vigilia della amichevole contro l’Arabia Saudita (qualificata in Russia) nel piccolo stadio di San Gallo in Svizzera, viene dato il battesimo augurale al nuovo Ct Roberto Mancini, se non sbaglio in trasmissione qualche puntata fa assieme a Vialli. Fabio Fazio è dichiarato tifoso, sostenitore del mondo Sampdoria. Ecco che nella trasmissione la chiesa politica si confonde con quella calcistica e bisogna dare atto al conduttore e agli autori di una completezza forse unica nel panorama televisivo. Qui qualcosa sulla trasmissione “che tempo che fa” e qui un panorama attuale della situazione Nazionale di Calcio da “il Post”.

Tra mancate dimissioni (di Ventura) e fallimenti (di Ventura e del tentativo di fare un governo) gli spaghetti alle vongole vanno giù con piacere, nonostante tutto. È stata questa la nostra serata tv “alle vongole”. Se telefonando io potessi dirti addio, ti chiamerei canta Mina. Ma non è programmato.

 

 

 

 

 

 

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