di Paolo Samarelli
“La logica del tiro piazzato”; ho maturato questa frase dopo aver visto alcune azioni della terza giornata di serie A. In particolare l’immagine di Llorente, neoacquisto del Napoli, che dopo aver recuperato una palla sfuggita alla difesa sampdoriana, invece di tentare un impossibile tiro in porta o un cross alto ha guardato (sia pure in una frazione di secondo ma ha guardato) e individuato il compagno meglio piazzato in area che era Mertens, servendolo con un comodo pallone basso che lo stesso Mertens ha poggiato (piazzato) in porta sempre di interno piede e, sia pure con una ininfluente deviazione, realizzando quello che è sembrato il più facile dei gol.
La logica del tiro piazzato prevede una intelligenza e una capacità che a volte si possiede altre no e non solo in questo sport. La logica del tiro piazzato è riflessione, saper prendere la decisione giusta, valutare le conseguenze della propria e altrui irruenza. Una banale ricerca della semplicità. Esclude quindi il tentare (qualche volta va male anche qui eh), l’uso della forza per arrivare allo scopo.
Un’altro tiro piazzato, inesorabile è stato anche quello di Kurtic (Spal) quando dopo un rimpallo si è trovato al posto giusto (utile ripeterlo, è un merito) lanciato in area della Lazio e ha piazzato un interno destro che si è infilato tranquillo e senza esitazioni per il 2-1 in rimonta dei ferraresi, risultato rilevante contro la squadra che sembrava tra le migliori di questo inizio campionato. Infine anche Orsolini (Bologna, gol vittoria in rimonta sul Brescia) e Kluivert e Berardi hanno scelto questo tipo di conclusione in Roma Sassuolo 4-2, una gran partita con la Roma che vede definirsi la rosa (Mkhitaryan) e il tipo di gioco impressole dal nuovo allenatore Fonseca. Lo stesso Mertenz ha piazzato di destro il suo primo gol senza tentare di sfondare la porta. Sul sito Sky tutti gli highlights, risultati e classifica della terza di A qui. Attenzione la Juventus non è in testa come al solito, In alto a 9 punti l’Inter, incredibile il Bologna secondo a 7 punti ma lì c’è qualcosa di più che per ora sembra funzionare. Sinisa Mihajlovic non era in panchina per le sue cure in ospedale ma ha seguito e rimproverato i suoi sotto di 3-1 al primo tempo in casa di un bel Brescia. Al ritorno i giocatori hanno voluto far sosta col pullman della società sotto al Sant’Orsola e fare una sorpresa (video su Sky) al loro allenatore. Non c’è tattica che possa competere con la solidarietà e l’umanità che questa situazione sta costruendo. Quindi speriamo il meglio per tutto, una bella lezione di vita anche per tutti quelli che non sono in buon momento e hanno bisogno di speranze e motivazioni per farcela. Da notare che il Torino perde in casa col Lecce 1-2 con i salentini che giocano benissimo con Fabio Liverani in panchina. Il Toro manca l’aggancio dato per scontato al primo posto e del Lecce e Liverani (a me piaceva molto quando giocava, lento di gambe ma svelto di cervello) parleremo ancora.
Last Banner
Torniamo alla Juventus: la società ha denunciato per estorsione alcuni gruppi di suoi tifosi. Dodici arresti in diverse città nell’operazione Last Banner (ultimo striscione) della Polizia di Stato di Torino. Dei lucrosi traffici sul bagarinaggio e altre amenità (associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.) contro la legge si era parlato due volte nell’ultimo anno solare (22/10/2018 e il 03/06/2019) nella trasmissione Report (sempre a cura di Federico Ruffo) che oggi giustamente rivendica di avere per prima sollevato il problema. Bene la Juve ma possibilmente gli stadi dovrebbero rientrare in una dimensione di sport e di spettacolo. Non se ne può più di deliranti commistioni con la politica, di razzismo, in quelle sedi sdoganato da un pezzo, di deregulation della permanenza sugli spalti e altrove con la scusa del calcio o dello sport. Calciatori e società devono fare di più e i gli spettatori anche. Che se ne esca fuori almeno in tempi medi, tuttavia, non sono così certo. Su il Post l’approfondimento.
La logica del tiro piazzato, concetto estensibile
Torniamo sulla” logica del tiro piazzato”. È un concetto estensibile a molti avvenimenti della vita e della società. In sostanza si tratta di fare (perlomeno tentare) la scelta più semplice ed efficace in un momento pieno di possibili soluzioni. Ci vuole esercizio, freddezza e anche fortuna. Qualche possibile estensione? Eccola: prova a piazzare una reazione logica persino Matteo Salvini parlando di caccia alle Poltrone indecenti dei nuovi alleati al governo come se quelle della Lega col precedente governo fossero state tappeti di chiodi. Quello era un bel governo e questa nuova formazione alleata Pd+M5s un coacervo di scrocconi. Come quando prende il palo la sua (mi) sembra non un’azione ragionata ma un tiro o la va o la spacca in un’area gremita. Dall’altra parte un tattico (almeno nell’ultimo passaggio catalizzatore per la crisi di governo) come Matteo Renzi prepara un tiro piazzato e lo programma a governo composto definitivamente (anche coi i suoi). La scissione che non cambia l’appoggio al nuovo esecutivo ma che credo farà traballare e molto i potenziali elettori di quell’area. È un tiro ragionato o solo una furbata di cui non si capisce almeno per ora la furbizia, qui un ragionamento di Pietro Tallarita sull’intraprendere la strada meno battuta evocata da Matteo Renzi, per noi oggi la logica del tiro piazzato. Il tempo ci dirà e del resto Boris Johnson con la sua hard Brexit o Donald Trump ma persino il sistema governativo iraniano (Trump li sospetta) coi suoi droni e missili sulle raffinerie dell’Arabia Saudita (occhio alla benzina) avrebbero forse l’intenzione del tiro piazzato intelligente. Errori, forieri di sventura? Forse anche. Il tiro piazzato e la sua logica si pongono fuori dall’astuzia, dal calcolo di risultato. Sono un tentativo ragionato estemporaneamente, orientato ed educato all’efficacia. Sia pure estemporaneo non viene per caso e nel caso di un passaggio come quello di Llorente per Mertens è in primis altruista, collaborativo. Facile individuarlo e difficile da neutralizzare se si va a mille all’ora come tutti andiamo per sfondare chissà quale porta.