Il pareggio può piacere.

di Paolo Samarelli e redazione

Il pareggio può piacere è stata la mia riflessione prima, durante e dopo Bologna Lazio 2-2 di domenica pomeriggio. Forse dovrei parlare di Inter-Juventus, la partita che invade giornali e media da giorni ma nel pomeriggio silenzioso della campagna ho acceso quasi all’ora dell’inizio di Bologna-Lazio la pay tv in una giornata radiosa di ottobre. In solitaria visione vedo passare  Sinisa Mihajlovic, zucchetto e tuta del Bologna e sapevo bene della sua malattia. Non un buon momento per lui che ha ottenuto il permesso dai medici di andare in panchina e seguire e indirizzare la sua squadra. Un uomo come tanti con “il problema”, una persona che non ha certamente solo in testa il risultato della squadra. Inoltre penso che Sinisa ha giocato e vinto (193 presenze e 33 gol) tanto allo scavallare del secolo con la squadra che seguo da quando sono in grado di intendere e desiderare, la Lazio. Indimenticabili le sue punizioni (vedi disegno dal nostro archivio) e il record di tre segnate in una sola partita Lazio-Sampdoria 5-0 (1998)Dicono i telecronisti che la mattina c’è stata una passeggiata discreta ed educata delle due tifoserie in quel del Santuario di San Luca per sostenere (non è la prima volta) l’allenatore del Bologna e appunto ex calciatore molto amato dai laziali. Alla fine dei preliminari pre partita, l’arbitro che saluta i capitani, i ragazzini con le maglie di Bologna e Lazio, l’inevitabile insistere della telecamera sul protagonista Mihajlovic e sul suo sguardo vivace e pensoso assieme, ho desiderato di non vincere. No, di perdere non me lo sono augurato ma ho sperato che la sorte mi riservasse un pari. Rincontrare un vecchio amico è sempre un’emozione e se puoi cerchi di dargli una piccola felicità se è in difficoltà. L’allenatore della Lazio Inzaghi ha giocato in biancoceleste con l’avversario. L’abbraccio (solo pensato per profilassi medica non è indicato) appare senza convenevoli e sincero, si abbracciano gli sguardi e questo basta.

Il pareggio può piacere

Sinisa Mihajlovic in panchina ieri

In campo poi i giocatori hanno giocato quella che si dice una partita intensa. Primo tempo con tante emozioni e quattro gol, anche i telecronisti e il commentatore (Lorenzo Minotti) apprezzavano. Sui gol dei padroni di casa Sinisa poteva essere avvicinato ma non toccato (problemi di immunodeficienza per lui a causa delle cure, se dico correttamente). Esultava tranquillo e da parte mia ero contento per lui. Quando all’88 la Lazio ottiene il rigore che avrebbe potuto portarle tre punti ero in equilibrio con la speranza. Vedo che sul dischetto si posiziona Joaquìn Correa e non Milinkovic Savic o Luis Alberto. Parolo resta distante dall’area, tutti quelli che avrebbero probabilmente segnato freddamente. Ora Correa nelle ultime giornate è stato tanto utile alla squadra ma ha segnato poco e niente. La mancanza di concretezza sotto porta sembra il suo problema e appena cinque minuti prima aveva poggiato sulle braccia del portiere un gol che sembrava facile (il gol non è mai davvero facile). Mi alzo, guardo la campagna fuori. sono certo che Skorupski parerà il tiro di Joaquin. Mi chiedo come mai sia andato agli 11 metri proprio il meno indicato mentre parte la rincorsa. Traversa piena. Le telecamere inquadrano Correa e la panchina del Bologna. Avevo seguito l’azione “Come chi già sa” e so che non posso dimostrarlo e tuttavia ero sereno. Alla prossima partita speriamo di vincere ma quel momento verrà e non era oggi. Oggi, come titolato, il pareggio può piacere.

Ora passando oltre siamo ai guai del Milan, Giampaolo vince (1-2) col Genoa ma si fa il nome di Spalletti (o Pioli) per sostituirlo e questo non lo aiuta. C’è la sosta per la Nazionale e sembra il momento buono ma santo cielo il campionato è appena iniziato e sarebbe meglio confermarlo almeno per un po’, il gioco che cerca l’allenatore non è semplice dopo anni di mancati successi e in fondo rispetto al precedente torneo ha solo 3 punti in meno. Vince la Spal con Petagna (1-0 al Parma), perde la Samp a Verona con l’Hellas (2-0) e Di Francesco traballa pure lui. La Fiorentina sale ancora e Montella inizia a vedere (meritatamente) i piani alti della classifica. L’Atalanta si conferma nel nuovo stadio con un netto 3-1 al Lecce di Liverani (lui invece si dice tranquillo). Peccato che la Dea non funzioni in Champions, almeno per ora. Speriamo che riesca a posizionarsi al terzo posto nel girone, nel nuovo stadio potrebbe giocare L’Uefa Europa League dove ha più esperienza. La Roma pareggia in casa col Cagliari (1-1) e si infuria. Non sono piaciute alcune decisioni arbitrali, così il presidente Pallotta su Twitter: “Sono stufo di questa m… che ci sta costando le partite. Troppe volte già quest’anno”.  Fonseca, l’allenatore poi espulso nel dopogara, si lamenta per un marcata consultazione del VAR da parte dell’arbitro Massa, per lui il gol di Kalinic non era viziato da fallo. Va giù duro pure la dirigenza con le parole di Petrachi che finiscono così : “Questo è uno sport maschio, non per signorine”. Con tanti saluti alle azzurre dei Mondiali in Francia che quest’estate avevano emozionato tutti. Passo indietro a dir poco.

Il pareggio può piacere ma non certo al Napoli

Infatti. 0-0 col Toro che meritava di più. Citiamo Gianni Mura da Repubblica “Napoli senza mordente e, nel secondo tempo, senza idee. Lozano deve ancora inserirsi e forse è il caso di mettere Llorente dall’inizio, non nel finale. È già indietro di 6 punti. che non sono pochi”. Sintetico.

Qui la classifica e scorrendo anche risultati e prossimi turni

Infine Juventus e l’Inter

La differenza la fanno le panchine. Entra dopo un’ora Higuain (31′) e segna e decide al 34′ dopo un’azione con 24 passaggi (non li ho contati ma così dicono). Sarri vede crescere il gioco (suo) e l’Inter di Antonio Conte conferma di non essere lì per caso dopo sei vittorie. Però subisce il sorpasso e in ogni caso questo ha valenza psicologica e non sostanziale. Difese da registrare per le due capolista. Godin sostituito da Conte la dice lunga. I milanesi perdono Sensi (34′) per infortunio e perdono anche un pensatore formidabile. Cristiano Ronaldo a sprazzi ma il motore Juventus è Pjanic che distribuisce palloni con sapienza sarriana. Dybala apre al 4′ e ha la fortuna che il tiro (però potente) passi tra le gambe del difensore. Pareggia Lautaro Martinez su rigore e DeLight non sembra ineccepibile nell’azione che porta al penalty. Quando per 9 minuti sono in campo assieme Higuain, Dybala e C. Ronaldo  la tifoseria juventina sogna. Ma Sarri è pragmatico e sostituisce Dybala con Emre Can e funziona tutto lo stesso anzi meglio. Secondo 2-1 subito dall’inter in settimana, con Barcellona in Champions e in campionato con la Juventus. Si può imparare anche da questo e non ha perso con due scarse.

Qui gol e highlights ultima giornata da Sky Sport che ringraziamo.

Nota

Brescia-Sassuolo rinviata al 18-12 poiché ci ha lasciato Giorgio Squinzi imprenditore e uomo di Sport. Tra ciclismo e calcio. ha fatto benissimo.

 

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