di Paolo Samarelli
Mitologia dell’Europeo, di questo si è trattato a mio parere e vediamo come si è costruita questa mitologia (retorica ed esagerata) sui media italiani. Questo commento è corredato dai disegni di alcuni gol dell’Europeo 2020 -2021 che ho fatto per un quotidiano italiano. Sull’onda dell’entusiasmo per i successi dei nostri calciatori vittoriosi nella finale dell’Europeo a Wembley contro l’Inghilterra, la squadra di casa.
Il giornale ha iniziato a chiedermeli solo dopo la prima partita vinta con la Turchia. È bastata infatti una vittoria netta (3-0) contro una squadra non irresistibile per liberare entusiasmi e speranze e ,come è stato fatto notare, si è trattato forse di un senso di liberazione, un (illusorio) ritorno alla normalità dopo le dure vicende e conseguenze della pandemia.
La progressione degli azzurri, inizio della mitologia dell’Europeo
La partita d’esordio dell’Europeo si è giocata in data 11 giugno, ore 21 allo stadio Olimpico di Roma, quasi contemporaneamente al “liberi tutti” del decreto del governo Draghi che dal 22 maggio 2021 ha allentato progressivamente le misure sanitarie di sicurezza e per tappe ravvicinate ha liberato le persone persino della mascherina all’aperto (con cautele ovvie) in data 28 giugno.
La mitologia dell’Europeo può più del virus e anche del resto
Di fatto l’Europeo, per gli spettatori, si è giocato in libertà individuale e sociale crescente quasi totale. L’euforia del presunto scampato pericolo e le imprese degli azzurri hanno marciato di pari passo, relegando le notizie sul Covid-19 a poche righe, sacrificando anche le altre sui media e per media intendo tutto lo scenario: giornali, tv, radio e social.
Mitologia dell’Europeo e assembramenti
Assembramenti sugli spalti e nelle piazze per festeggiamenti tollerati da quasi tutti i protagonisti dell’informazione, tolti virologi e addetti ai lavori mi pare e forse neanche tutti loro. Quindi, superata la Turchia, il crescendo: altro 3-0 alla Svizzera, girone conquistato a punteggio pieno col Galles (1-0) . Alle eliminazioni dirette (ottavi) superata l’Austria (1-2), ai quarti di finale eliminato a Monaco di Baviera il Belgio (1° nel ranking mondiale) in maniera netta. Sofferenza gloriosa in semifinale a Wembley, Londra. Superata (5-3 ai rigori) la Spagna che anch’essa è una grande squadra e finale conquistata contro l’ottima Inghilterra che si sarebbe giocata la partita in casa (ancora Wembley) nel delirio dei propri sostenitori e come spesso accade tanto entusiasmo e sicurezza non hanno portato buono.
Altri eventi nel periodo
Mentre aumenta lo spazio per il calcio azzurro nel periodo, fatti salvi i casi di cronaca nera (che non cito), i media parlano di “bomba licenziamenti” un poco a sprazzi ma il problema c’è anche per molti che guardano la nazionale. Citatissima la lotta per il potere tra Grillo e Conte nel Mov 5 stelle che appassiona soltanto per l’alleanza dei pentastellati col Pd in chiave future alleanze. Qualche polemica (sono cicliche) sul vaccino AstraZeneca e il suo impiego sugli under 60, spunta nel periodo la vaccinazione eterologa. Discussione accesa, per usare un eufemismo, sulla legge Zan. Titolo completo del disegno di legge: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”
Destra e sinistra, benpensanti e progressisti, la questione diritti civili estesi a tutti senza distinzione e appena indietro il problema migranti. Salvataggi in mare, Salvini duro, la Meloni alla finestra; cresce nei sondaggi politici, vende bene il suo libro e la parte del Paese più a destra la considera una illuminata leader del secolo. I due a capo della destra sono riusciti a dire la loro pure sul gesto simbolico e antirazzista del ginocchio a terra degli atleti prima della gare, infinite polemiche e opinioni se bisognava farlo o no. Nelle conclusioni infine tanto rumore per nulla. Dimenticato.
Altri argomenti scottanti: il problema Giustizia che la guardasigilli Cartabia e Draghi risolvono senza troppe storie: qualche concessione ai 5 stelle ma niente di più. Limata la prescrizione introdotta dal precedente governo Conte mentre esplode il caso dei pestaggi contro i detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, paragonati a ragione a quelli del G8 di Genova nella scuola Diaz, anno 2001. Nulla è cambiato sembra. Filmati duri e contro ogni dignità umana.
Aumentano, sempre nel periodo Europei, le notizie della variante del virus Covid-19 chiamata Delta. Dilaga in Inghilterra, sede di varie partite e semifinali e finale. Anche da noi e in altri paesi nel mondo. È un problema che allontana la salvezza ma il virus fa il suo mestiere. Varia per sopravvivere e allentare le misure di sicurezza non è una buona idea (infatti cominciamo vederne le conseguenze).
Uniche notizie che riescono a interrompere il flusso Italia azzurra-guai economici e pandemici-diritti civili sono l’operazione al colon di Papa Francesco (sembra tutto a posto) e la morte inaspettata di Raffaella Carrà. Raffa ha attraversato la storia italiana di circa 60 anni , tv, radio e canzoni molto orecchiabili con personalità e classe. Reazioni enfatiche però sinceramente commosse mi sembra e il personaggio è di valore anche per chi non l’ha molto seguita tra pop, rock reggae e qualche idiosincrasia per le serate davanti alla televisione. Ditemi chi non l’ha vista magari solo di passaggio? Per finire anche un accenno alle minacce dell’Isis rivolte all’Italia e a Roma in particolare. Molta ironia sui social: “Saranno respinti dai maleodoranti e stracolmi cassonetti della capitale o dalle buche in strada” sintetizzando.
Queste le notizie che penso abbiano caratterizzato questo mese e mezzo. Per lo meno le più popolari e certo tralascio molto.
Wimbledon
Sport, tennis salta fuori anche Matteo Berrettini che arriva in finale a Wimbledon. Wembley-Wimbledon due icone londinesi, possiamo farcela e si scatena un delirio geografico sulle distanze chilometriche ravvicinate tra i due stadi; le possibilità infinite, non succede ma se succede. Berrettini perde in finale con Jokovic sull’erba ma fa bella figura vincendo il primo set, poi cede. Una domenica storica per il movimento sportivo italiano, si dice che acquistiamo ammirazione e credibilità anche in Europa, a Bruxelles che pure ci ha concesso i cospicui finanziamenti del Recovery plan.
I nostri calciatori invece hanno vinto la finale con merito e necessaria fortuna .
Semifinale e finale ai rigori mostrano solidità anche psicologica. Mancini, il ct, con l’amico fraterno Vialli hanno fatto coppia emozionando per lacrime e abbracci. L’infortunio e l’operazione al tendine di Pessina (due gol nel torneo) durante la semifinale con la Spagna l’hanno reso un eroe sfortunato, omerico. La vittoria finale in casa del “nemico” ha trasformato per giorni i quotidiani politici in quotidiani sportivi con tante pagine in primo sfoglio. Titoli trionfali del genere “L’Europa è nostra”, compare anche l’immagine bellica “Espugnato Wembley”. Le televisioni pubbliche e private oltre alle immagini hanno accompagnato i commenti con una retorica incontrollabile e non arginabile. Tutti gli editorialisti di tutti mezzi d’informazione hanno provato a spiegarci l’importanza anche politica del risultato. Una vittoria che ci porta fuori dal dramma e ci riscatta delle sofferenze trascorse nella pandemia (peraltro anche gli altri paesi hanno sofferto il virus come e più di noi). Anzi è la vittoria che decreta che “tutto è finito bene”.
Qualche editorialista ha persino inventato lo scettico un poco cretino che sbagliava a criticare e voleva salire sul carro sia pure in ritardo. Anche nei pochi talk show rimasti in estate trasmissioni intere con politici e opinionisti che si sono messi in mostra per dire la loro, spesso insignificante, opinione. Un profluvio di spiegazioni, sensazioni, voli pindarici, ricordi personali e poca analisi tecnica competente e obiettiva. Gli eroi quindi e su tutti, protagonista dell’ultimo episodio giocato, Gigio Donnarumma che ha parato, senza sapere che fosse decisivo, dice lui, l’ultimo rigore al ragazzino inglese .
Ancora una volta l’informazione segue le tendenze delle masse e le alimenta. Il format è questo: vuoi nazionale, Italia =vittoria? Te ne concedo quanto vuoi, anche molto di più. Se non risolverà nessun problema sociale o individuale o collettivo non importa ma tu potrai crederlo. L’importante è che ci leggi, ci guardi, ci ascolti (ci compri anche) e noi ti diciamo quel che vuoi leggere, vedere e ascoltare pensando di essere felice (anche grazie a noi). Un equilibrio sulle notizie è un’utopia e stavolta i giornali sportivi e le pagine sportive dei quotidiani di carta e online e rubriche tv, pur con forzature per essi comprensibili, si sono mostrati più obiettivi degli improvvisati commentatori con targa politica o di costume con articoli e interventi dei loro critici di settore (esperti della materia) nel descrivere aspetti tecnici e psicologici di partite, squadre e giocatori. Ne cito due che ho abbastanza seguito (e apprezzato) per farmi un’idea: Paolo Condò e Mario Sconcerti. Ce ne saranno stati certo degli altri.
Per il resto le tante pagine dedicate agli Europei grondavano retorica, enfasi, strappacuore, perdenti, vincenti, sembrava lo schema dei racconti della mitologia greca. Zeus e la sua squadra. Per una piccola parte anche io ho contribuito coi miei disegni a costruire il mito dell’Europeo 2020 che poi sarebbe del 2021, l’Uefa ha voluto fermare il tempo. Ho provato a descrivere con immagini. Spesso le partite le ho seguite senza audio forse perché la mia forma espressiva era il disegno (per lavoro) cercando di capire il gioco, gli schemi tattici, il perché è stata possibile un’azione di gioco che è per forza un mix di sbagli e bravura, fortuna e sfortuna, guidate dal caso.
Per una volta il dilettante di calcio che è in me ha prevalso. La conquista dell’Europeo è stata certamente un episodio felice ma è inutile riempirlo di altri significati oltre quello che è stato sul campo. Detto ciò capisco tutto, mi rallegro anche io e mi scuso per la supponenza. Resto coi piedi per terra e nel calcio i piedi contano quanto la testa.
Qui una sintesi dei miei disegni sul quotidiano la Repubblica
Il gol più bello del torneo: Patrick Schick