Paolo Samarelli
Da qualche tempo molte delle infografiche (informazioni con parole e immagini) pubblicate sui giornali italiani sono anonime, senza la firma dell’autore o degli autori. Spesso si tratta di informazioni visive relative ad avvenimenti rilevanti resi comprensibili a colpo d’occhio e che spesso hanno una dimensione in pagina o in video anche superiore alla lunghezza dell’articolo al quale si riferiscono. L’infografica si è andata declinando nel tempo con vari nomi. Ora, come nome e come concetti, prevalgono il visual e il data journalism (ma infografica, data e video journalism non sono proprio la stessa cosa). Queste definizioni in inglese conferiscono al prodotto un certificato di qualità e di attualità a prescindere dalla effettiva comprensione di quel che esprimono e fanno. Forse la definizione graphic journalism avrebbe potuto accorpare le definizioni tuttavia alla definizione si accosta troppo spesso la graphic novel (un mix tra disegni/fumetti e narrazione). Senza perdersi in definizioni in italiano o inglese mi riferisco a tutto ciò e a coloro che con disegni, immagini di vario tipo e parole scritte costruiscono un’informazione destinata ai media di qualsiasi tipo. Carta, web, televisione. Resta fuori la radio.
Ma perché allora in Italia non tutte le infografiche sono firmate? Semplice: firmano, sui vari tipi di media, in linea di massima, i collaboratori esterni all’azienda. Non firmano i lavoratori interni all’azienda. Questo avviene per motivi economici. Leggi tutto →